Al Direttore - 08 gennaio 2015, 18:30

A Cairo M. la sepoltura dei corpi creò una "distesa di macerie fantastiche"

 

Come una scrittura spietata la mia seconda ricognizione diurna nel “campo uno” di Cairo M. rivela la capacità dello scrittore di non essere ridotto in servitù dalla sua materia, la quale, scriveva Giorgio Manganelli “non è educata, non è colta, non è discreta, non ha fatto gli studi e lo aggredisce in una maniera brutale e sommaria”…

E nel camposanto più antico di Cairo, sarà la scrittura che ha creato il suo spazio, la sua distesa di macerie fantastiche?

È proprio qui che ho fatto la scoperta di un sepolcro, di quello che rimane della lapide, ancora in piedi contro il muro, dove fu seppellito Luigi Perla, il fratello di Rosa che sposò lo scrittore Giuseppe Cesare Abba e che lasciò vedovo, morendo lei a 36 anni?

La seconda moglie del grande poeta garibaldino, la bellissima Teresita Rizzatti, bresciana, anche lei riposa in questo cimitero ligure, dimenticata spoglia, sotto la sua lapide sbiadita…

 

Così si attingerà a “zone anonime della persona”, ritrovandosi a scrivere “sotto dettatura”: che è quanto di sé diceva Dante; un altro modo per dire “retorica” forse è “mistica”, perché nella scrittura, come in Dio, non c’è che da annullarsi.

In questo cimitero si annulla la memoria dei vecchi cairesi, umili e grandi ugualmente negletti…

 

 

Bruno Chiarlone Debenedetti