Curiosità - 13 dicembre 2014, 12:30

Ridare la vista ai ciechi? E’ possibile, grazie al dispositivo creato da un 23enne savonese, Saverio Murgia

E' nata Horus Technology Srls e il lancio di una campagna per ottenere fondi per il progetto. "La robotica non è l'unico sistema per aiutare chi non può vedere, però è un sistema non invasivo che non richiede operazioni chirurgiche"

Nella foto a destra, Saverio Murgia

Nella foto a destra, Saverio Murgia

Persone cieche o con forme di disabilità visive potranno finalmente vedere grazie ad un dispositivo, frutto del progetto di uno studente savonese di Robotica Avanzata. Si tratta del 23enne Saverio Murgia, Studente del master europeo in Robotica Avanzata, laureato in Ingegneria Biomedica e studente del percorso di eccellenza dell’Università degli Studi di Genova con esperienza riguardo computer vision, programmazione di sistemi embedded e sistemi operativi Unix based.

Saverio Murgia ha costituito con Luca Nardelli e Benedetta Magri, Horus, (il cui nome risale alla rappresentazione del dio egizio con occhio di falco), un dispositivo innovativo volto a migliorare la qualità della vita di persone ipovedenti o cieche. Ed è nata così Horus Technology Srls e il lancio di una campagna di crowdfunding per ottenere fondi e sensibilizzare l’opinione pubblica (il progetto al sito http://horus.technology/it/).

“L'idea è nata durante la collaborazione mia e di Luca duranti gli studi presso l'università di Genova nell'ambito della computer vision, applicata ai robot – racconta Saverio Murgia - Un giorno abbiamo incontrato una persona non vedente che ci ha chiesto aiuto e in quel momento ho pensato che sarebbe stato meglio realizzare sistemi di visione per robot per realizzare qualcosa di concreto per le persone affette da questa disabilità.  Ho proposto la mia idea a Luca e abbiamo iniziato a lavorarci. La robotica sicuramente non è l'unico sistema per aiutare chi non può vedere, però è un sistema non invasivo e che non richiede operazioni chirurgiche. Inoltre si applica a tutti indipendentemente dalla causa della cecità”.

“Continua la ricerca fondi e aspettiamo maggiori contributi – afferma Saverio – Intanto noi andiamo avanti nella ricerca e stiamo cercando investitori per portare avanti il progetto”.

r.g.

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