Si chiamerebbe “Limonte” e comprenderebbe la Valle d’Aosta, il Piemonte e la Liguria. La nuova Regione – di cui si parla da almeno un paio di decenni, con il recente si” di Mercedes Bresso cassato dal recentissimo “no” di Roberto Cota - conterebbe una popolazione di 6 milioni di abitanti e un Pil pari all’11,09% dell’Italia. La sue quotazioni sono in netta risalita dopo che il presidente delle Regione Lombardia Raffaele Cattaneo – uomo di spicco di quel Nuovo Centro Destra che per bocca di Angelino Alfano non perde occasione per ribadire (a parole) il suo “mai con la Lega di Matteo Salvini” - ha presentato durante la Conferenza delle Assemblee legislative regionali e a tutti i capigruppo del proprio Consiglio regionale la proposta di evolvere e aggiornare il modello regionalista in Italia attraverso un passaggio, nel nostro Paese, a 9 Regioni, così come avvenuto lo scorso 25 novembre in Francia con la "Carte amministrative a 13 Regions" che comporta la riduzione da 22 a 13 Regioni più forti.
L'accorpamento delle 20 regioni sino a ridurne il numero complessivo a 9 – ma le Regioni a Statuto Speciale rinunceranno a mettersi di traverso? - avrebbe l'obiettivo di aggregare territori più simili per dimensioni e prodotto e costruire soggetti più adeguati.
Sulla possibile aggregazione stanno già lavorando, oltre alla Lombardia, anche altre Regioni.
Secondo i piani dei cugini lombardi, quindi, la Valle d’Aosta entrerebbe a far parte della Regione 1, denominata “Limonte”, con Liguria e Piemonte, la Lombardia rimarrebbe da sola con i suoi 9 milioni di abitanti, il nord est sarebbe accorpato nella Regione “Triveneto”, la quarta regione comprenderebbe Toscana ed Emilia Romagna, la quinta Umbria, Lazio e Marche, la sesta Abruzzo, Molise e Puglia, la settima Campania, Calabria, Basilicata mentre rimarrebbero regioni a se stanti le due isole, Sicilia e Sardegna.