Politica - 01 dicembre 2014, 15:45

Marco Scajola a "Sotto Pressione": "Triste vedere molti politici di centrodestra che cambiano schieramento solo per riciclarsi"

"Se non ci fosse Berlusconi, Forza Italia non avrebbe i numeri che ha ora, ma sarebbero ancora inferiori”

È preoccupato dall'attuale stato di salute di Forza Italia, ma resta ottimista. E soprattutto, non sopporta chi, in questo periodo, ha tentato – o tenta – di cambiare casacca, nel tentativo di “riciclarsi”. Di questo, e molto altro, ha parlato il Consigliere Regionale Marco Scajola, ospite di Cristiano Bosco a Sotto Pressione.

“Quello che sta succedendo non è molto esaltante per il centrodestra”, afferma Scajola, commentando il recente calo di consensi del suo partito. “Forza Italia deve riflettere con molta attenzione, senza panico e con molto senso di responsabilità: il nostro movimento, negli ultimi anni, ha perso molto consenso. Bisogna capire con attenzione perché la gente si è allontanata da Forza Italia”. La crisi è però generalizzata, a suo avviso. “Non credo che altri partiti, in primis il Partito Democratico, nostro principale antagonista, siano in acque migliori: il PD ha però un leader, Matteo Renzi, il quale sicuramente sta dando quelle risposte, anche da un punto di vista di immagine, che piacciono a molti italiani. Ma non credo che il PD stia meglio: c'è una crisi generale della politica, i partiti non danno quella soddisfazione che davano una volta. Lo vediamo anche ora, in piena campagna tesseramenti. Il PD ha perso 400 mila tessere in un anno, e anche noi avremo un calo enorme del numero di tesseramenti. La gente sente sempre meno l'appartenenza al partito politico. Bisogna che, al di là delle ideologie e di tanti stereotipi, la classe politica si ammoderni, si ringiovanisca, e soprattutto entri con più decisione nei problemi della gente”.

Ma il calo di FI non corrisponde al declino di Berlusconi come leader? Marco Scajola non pare essere di questo avviso. “Se non ci fosse Berlusconi, Forza Italia non avrebbe i numeri che ha ora, ma sarebbero ancora inferiori”, risponde. “Berlusconi è ancora una risorsa enorme per noi. Serve anche che all'interno del partito ci siano persone che si diano da fare, crescano e poi possano avere in un futuro ruoli da leader. Sarebbe troppo facile, per alcuni, dare la colpa a Berlusconi, credo invece che lui stia reggendo il centrodestra, e Forza Italia in particolare. I giovani, anziché lamentarsi, dovrebbero darsi più da fare. Servirebbero meno polemiche, meno furbetti che fanno politica solo per interessi personali, e bisognerebbe cercare di occuparsi dei tanti problemi che la gente ha, lavoro, disoccupazione, imprese che non riescono a crescere perché martoriate dalla tassazione. Questo paese deve capire che siamo in crisi, e le crisi si superano con misure straordinarie dando la possibilità ai cittadini di lavorare, di crescere e dare posti di lavoro”.

In Liguria, Forza Italia è pronta a correre in coalizione. A patto che non ci sia Ncd. “Il coordinatore regionale Biasotti si sta muovendo per cercare un candidato, mentre a livello nazionale sono state già date indicazioni sulla coalizione di centrodestra che ad oggi dovrebbe essere costituita da Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega Nord”, spiega. “Altri schieramenti non sono compresi, soprattutto Ncd, che ha questa ambiguità nei rapporti tra centrodestra e centrosinistra che credo che non piaccia né a una parte, né all'altra. In politica serve coerenza”. E qui, una frecciata. “Vedo in questi giorni, in Liguria e in provincia di Imperia, scene un po' tristi: ci sono tanti politici, politicanti, non so come definirli, che magari erano di area di centrodestra, i quali immaginando che alle prossime regionali possa vincere il centrosinistra stanno cercando di riciclarsi da quella parte, cercando di avere magari un posto nel listino, un posto di sottogoverno, o avere qualche regalino. Sono scene brutte, che la gente non vuole più vedere né sentire. Credo che ognuno debba essere con coerenza dalla sua parte: io sono nel centrodestra e voglio pensare che anche chi sta nel centrosinistra voglia il bene di questo paese, solo che io ho una ricetta e loro ne hanno un'altra. I cittadini devono scegliere quale delle due ricette secondo loro è la migliore. Invece ci sono contrapposizione, stereotipi insulti, approfittatori della situazione che tentano di accattivarsi il vincente di turno: questo ha massacrato e sta massacrando il nostro paese. Serve gente nuova, non solamente giovane, ma nuova anche di testa e di mentalità, che con coraggio si candidi e, una volta che ha la possibilità di fare qualcosa, lo faccia veramente”. Negli ultimi tempi, Scajola ha definito la provincia di Imperia “la più penalizzata” sul profilo della sanità. “Ciò che accuso maggiormente alla gestione della sanità degli ultimi dieci anni di amministrazione Burlando è non tanto di avere privilegiato un territorio più degli altri, ma di aver utilizzato la sanità come uno strumento politico”, dichiara. “In determinati settori, per accattivarsi medici, utenti, hanno cercato di fare investimenti importanti anche a livello economico per accrescere il proprio elettorato. Non ho nulla contro Genova, che è una città che giustamente deve avere un riconoscimento economico maggiore delle altre province per via del maggior numero di abitanti e maggior numero di presidi ospedalieri, però non capisco perché la differenza tra Genova, Savona e Imperia debba essere così eccessiva. Soprattutto, mi chiedo perché La Spezia, che è una provincia sicuramente importante e che ha gli stessi abitanti della provincia di Imperia, ogni anno debba percepire 50 milioni di euro in più sulle spese sanitarie. Sono Consigliere Regionale da 4 anni, e nessuno mi ha mai spiegato il perché di questo. Sono trattamenti di disparità: sarà che La Spezia è la città del Ministro di Grazia e Giustizia, o che ci sono autorevoli parlamentari del Partito Democratico e quindi debba essere aiutata per questo? Non so se è così, ma alle volte, a pensare male...”.

Dopo l'esperienza in Regione, Marco Scajola punta a un secondo giro? La risposta sembra affermativa. “Mi sono sempre candidato non perché l'ho chiesto io, ma perché mi è stato chiesto. Ho un lavoro, una professione, mi piace molto la politica, ma non sono suo schiavo. Quando ho fatto il consigliere comunale e l'assessore mi è stato chiesto, perché pensavano che potessi fare bene e portare consenso: l'ho fatto, così come l'ho fatto per le regionali quattro anni fa, risultando il primo degli eletti in Liguria. Credo di aver fatto per quattro anni il mio dovere, tantissimi cittadini della provincia di Imperia, anche esponenti non di centrodestra, mi esortano a candidarmi ancora per lottare per gli interessi non tanto della provincia ma di tutto il ponente, da Varazze a Ventimiglia, territori un po' abbandonati negli ultimi anni. Sono a disposizione, penso di rimettermi in pista. Sono una persona abituata a lottare, i tempi sono difficili, ma più sono difficili più a me piace stare nell'arena”.

r.g.