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Savona | 30 novembre 2014, 10:15

Vado Ligure: si modifica lo stratuto del Consorzio per la Depurazione delle Acque, Vivere Vado si oppone

Diverse le mozioni presentate dalla minoranza e i suoi dubbi sia a livello di funzioni che a livello economico

Vado Ligure: si modifica lo stratuto del Consorzio per la Depurazione delle Acque, Vivere Vado si oppone

Il  Comune di Vado Ligure,  unitamente ad altri Enti locali attualmente appartenenti all’ambito territoriale ottimale savonese Centro-Ovest 1 (Comuni di Albisola Superiore, Albissola Marina, Bergeggi, Calice Ligure, Celle Ligure, Finale Ligure, Noli, Orco Feglino, Quiliano, Rialto, Savona, Spotorno, Varazze e Vezzi Portio) azionista della società CONSORZIO PER LA DEPURAZIONE DELLE ACQUE DEL SAVONESE SPA, società interamente pubblica affidataria in house di servizi idrici; al fine di mantenere e migliorare l'efficienza e l'economicità del servizio, preservando altresì un’appropriata modalità gestionale transitoria in vista dell’attuazione del servizio idrico integrato, in conformità alla vigente normativa di riferimento statale e regionale,  i rapporti giuridici e patrimoniali tra il Comune di Vado Ligure  e la Società sono stati regolati con apposito contratto di servizio decide di modificare le norme statutarie per corrispondere all’esigenza di procedere ad un adeguamento delle stesse.

A ciò si  oppone il gruppo Vivere Vado che avanza diverse mozioni sul punto.

Innanzitutto per ciò che concerne l’aumento del capitale sociale affermano “l’aumento di capitale in una società strumentale a capitale pubblico deve essere finalizzato a precisi investimenti, nell’ambito di un piano conosciuto, concordato e trasparente.

In questa situazione invece, si tratta solo di una disponibilità fornita ai responsabili gestionali per usi non conosciuti.

Per quel che concerne l’estensione dello scopo sociale a servizi di gestione e trattamento rifiuti per clienti pubblici o privati od altri servizi similari, in particolare basati sullo sfruttamento delle dotazioni impiantistiche della società o, comunque, integrati, complementari e/o sinergici alle attività svolte dalla Società e/o agli impianti che la stessa possiede, affermano “Questa estensione è incomprensibile ed assurda in quanto esistono già società partecipate che hanno questo compito. Se gli impianti disponibili consentono di produrre valore aggiunto anche al di fuori del ciclo dell’acqua, ciò può benissimo essere realizzato come avviene in tute le aziende fino a che si tratta di contributi marginali; non c’è bisogno di variare lo Statuto.

Il Consorzio di depurazione ha un preciso compito statutario che è ben lungi dall’essere adempiuto (produzione di acqua non salata con restituzione all’agricoltura, completamento dell’impianto reflui speciali, deodorizzazione ecc.). Non deve certo perseguire avventure che possano dare soddisfazione ai gestori ma siano pericolose per il conto economico e quindi per la collettività. E’ sospetto che questa variazione sia stata inserita in occasione di variazioni di statuto obbligate dalla legge (rappresentatività di genere); si è già visto con IPS che variazioni obbligatorie se ne trascinano strumentalmente altre che obbligatorie non sono e che anzi sono molto poco trasparenti.

Sarà opportuno che i Comuni soci verifichino con attenzione il perché sia stata inserita questa variazione, non evidenziata, tanto che nel testo della delibera è addirittura ignorata”

rg

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