Dopo i recenti fenomeni temporaleschi dello scorso fine settimana, l’intera provincia di Savona si è ritrovata nuovamente a fare la conta dei danni subiti. Attività commerciali o semplici privati hanno visto le loro proprietà allagate o coinvolte in smottamenti franosi.
"Questo è successo – spiega Claudio Arena – a causa della mancata conoscenza di tutte le procedure da seguite contenute nel piano comunale di protezione civile da parte degli operatori e dei volontari le cui esercitazioni propedeutiche poste in essere nel tempo rivelano un contributo più teorico che pratico venendo meno nella realtà quella attività di coordinamento degli interventi che renderebbe più celere e più valido il soccorso."
“È noto come le amministrazioni locali, che non hanno mezzi adeguati per operare prontamente, debbono appoggiarsi ad imprese private per gli interventi necessari ed urgenti nella immediatezza dell’evento e all’opera dei volontari di protezione civile. Ma quanti conoscono la struttura comunale della protezione civile e le dotazioni delle imprese private idonee ad intervenire in relazione agli scenari che si presentano da poter contattare in tempo reale?" si chiede Arena.
"Negli anni ottanta il Ministero dell’Interno aveva avviato un progetto telematico definito “Mercurio” nel quale confluivano i dati concernenti le risorse umane ed i mezzi in dotazione anche privati esistenti sul territorio comunale e provinciale da utilizzare ai fini di protezione civile."
"E nell’ambito di tale progetto - spiega - che si sono costituiti i Centri Operativi Misti, attualmente operativi, con il compito di aggregare in sub aree provinciali i comuni aventi affinità territoriali e con lo scopo di condividere le strutture operative ,le risorse finanziarie ed umane e le dotazioni tecnologiche . In tale contesto si è convenuto che l’ente locale capogruppo si rapporterà con al Prefettura UTG organo di protezione civile per le comunicazioni e la gestione nelle situazioni di emergenza."
"Per le criticità operative evidenziate nelle cronache locali dai referenti di protezione civile - prosegue - viene lecito pensare che le informazioni contenute nei relativi piani comunali siano incomplete o non aggiornate tanto da impedire o rendere impossibile la tempestività dell’intervento in base agli scenari che si andavano prospettando facendo si che la cittadinanza percepisse nella circostanza l’assenza delle autorità o comunque l’incapacità ad affrontare le emergenze da parte delle istituzioni."
"Infatti il “Progetto Mercurio” era una risorsa indispensabile che ancor oggi servirebbe avere operativo. Nello specifico, stiamo parlando di un database a disponibilità delle Prefetture in primo, aggiornato in tempo reale, che data notizie su la disponibilità di attrezzature, tipo : Escavatori, Idrovore, mezzi meccanici, e tante risorse utili, che in caso di calamità permetterebbero di usufruire e localizzare detti materiali in tempo reale e pertanto smistarli in zone di soccorso. Questo progetto, iniziato negli anni 90 e poi abbandonato, oggi sarebbe più che mai utile, considerando anche i passi che ha fatto la tecnologia e la comunicazione" conclude Claudio Arena.