Negli ultimi decenni il miglioramento delle cure mediche da un lato ha contribuito al progressivo incremento dell’età media della popolazione con un netto aumento delle aspettative di vita, dall’altro ha determinato la comparsa di una nuova tipologia di paziente: l’anziano “fragile”.
Con il termine di anziano fragile si intende un paziente affetto da multiple patologie come ad esempio: la BPCO, il diabete mellito, lo scompenso cardiaco e la malattia renale cronica in trattamento polifarmacologico e quindi per definizione un paziente “fragile complesso”.
La gestione del paziente cronico dovrebbe essere multidisciplinare, multidimensionale e personale configurando quindi una continuità di cura. La necessità di ridurre i ricoveri ospedalieri unita al bisogno di un approccio integrato di cura ha contribuito al delineamento di programmi di “disease management” come programmi di approcci multidisciplinari per la presa in carico post-dimissione dei pazienti affetti da malattie croniche.
Quindi un approccio integrato alla malattia, teso al miglioramento dei risultati clinici e della qualità dei servizi offerti all’utente, anche nell'ottica di una razionalizzazione delle spese. Può essere definito come una risposta organica e strutturata alla frammentazione delle cure e prevede l'intervento e la cooperazione dei diversi attori del processo assistenziale che, riuniti in un team multidisciplinare, ridefiniscono l'iter diagnostico-terapeutico coordinando e integrando i diversi interventi e le risorse disponibili.
La gestione della cronicità diventa di fatto la grande sfida della medicina odierna.
Venerdì 28 novembre si terrà a Savona un incontro, rivolto a tutta la cittadinanza con lo scopo di illustrare i percorsi clinici realizzati dall’ASL 2 ed in particolare dal Dipartimento di Medicina, diretto dal dott. Rodolfo Tassara, per la gestione del paziente cronico.