Solidarietà - 24 novembre 2014, 18:00

Savona, come ripensare la “Residenzialità psichiatrica”: il seminario della Cooperativa Il Faggio

Questa mattina il seminario della Cooperativa Sociale presso il Priamar, Valenti: "Per arrivare all’integrazione bisogna superare la residenzialità"

Savona, come ripensare la “Residenzialità psichiatrica”: il seminario della Cooperativa Il Faggio

Seminario questa mattina sulla “Residenzialità psichiatrica” presso il palazzo del Commissario del Priamar di Savona: ad organizzarlo la Cooperativa Sociale Il Faggio. Tra i relatori all’incontro erano presenti Luigi Ferrannini, specialista in Psichiatria ed in Neuropsichiatria Infantile e Carlo Valenti, Istituto Salute Mentale Savona.

“Ad oggi, il Faggio offre una serie di informazioni ai suoi operatori sui nuovi atti di indirizzo emanati dalla conferenza Stato - Regioni in tema di residenzialità psichiatrica - afferma il professor Luigi Ferrannini, medico chirurgo, specialista in Psichiatria ed in Neuropsichiatria Infantile - E’ da molti anni che su questo tema ci sono stati atti indirizzi nazionali risalenti agli anni Novanta. In questo periodo le popolazioni, i bisogni e i problemi sono fortemente mutati diventando obsoleti. Cosi, per fortuna, su impulso della Regione Liguria, questi atti sono stati recentemente modificati in modo tale da definire con maggiore chiarezza la tipologia di strutture, intensità e tempi massimi di trattamenti nelle strutture residenziali”.



“Tale riorganizzazione permetterà agli operatori di riorganizzare i percorsi di struttura all’interno della struttura al fine di evitare il rischio di creare un circuito in cui il paziente esce dopo parecchi anni”, conclude il professor Luigi Ferrannini.

“Il problema della residenzialità psichiatrica va ripensato oggi di fronte a una serie di cambiamenti recenti- interviene Carlo Valenti, Istituto Salute Mentale Savona - La residenzialità in psichiatria è sempre stata considerata una grossa soluzione di problemi, anche dopo la fine dell’ospedale psichiatrico, perché ha sempre rappresentato una via finale di tutta una serie di manifestazioni che forse avrebbero sempre richiesto una maggiore attenzione e comprensione. Oggi questi problemi si ripropongono perché ci sono difficoltà economiche che costringono a fare delle scelte e perché gli interlocutori sono cambiati. Sono persone che hanno bisogno di risposte diverse e sostenute anche da famiglie che desiderano delle soluzioni. Elementi che costringono la psichiatria a ripensare come organizzare le risposte di cura compresa la residenzialità”.

“Inoltre, per arrivare all’integrazione bisogna superare la residenzialità – continua Valenti - La residenzialità può essere un ostacolo all’integrazione se fatta in un certo modo e se non viene ripensata. Ad esempio l’idea delle comunità alloggio nelle città sono strumenti che avvicinano in tutto questo”.

r.g.

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