Nessuna possibilità di partecipare alla Conferenza dei Servizi in cui si discuterà l’Autorizzazione integrata ambientale per la centrale elettrica Tirreno Power di Savona. È la risposta arrivata dal ministero dell’Ambiente alla richiesta del gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle. “Una richiesta legittima la nostra, fatta a nome dei cittadini, sulle cui spalle ricadono le conseguenze di quanto sarà deciso domani nella Conferenza dei Servizi. E invece per il ministero le decisioni devono avvenire nelle segrete stanze”, sostiene il capogruppo alla Camera del M5S Andrea Cecconi che ha firmato la richiesta di partecipazione. Domani al Ministero dell’Ambiente si svolgerà la Conferenza che dovrà decidere le sorti della centrale su cui pende un procedimento giudiziario. I parlamentari del M5S avevano chiesto di partecipare per assicurare la giusta trasparenza in un procedimento fondamentale per la vita dei cittadini. Vogliamo infatti sapere cosa verrà deliberato, e in quali misure”, spiegano i deputati liguri del M5S. "Ma per il ministero quell’incontro deve avvenire a porte chiuse.
“Nella richiesta avevamo precisato di voler partecipare come uditori. Ma neanche in questa modalità sarà consentita la nostra presenza. Nel frattempo, con i camini spenti, i vantaggi per i cittadini sono stati numerosi: indicativamente da 35 a 80 persone si sono salvate, e si risparmieranno costi almeno per 70 milioni di danni esterni sanitari e ambientali. Secondo l’inchiesta della Procura savonese e l’ordinanza di sequestro del GIP, infatti, tra il primo gennaio 2005 e il 31 dicembre 2010 sono attribuibili alla centrale 586 casi di ricoveri di bambini per patologie respiratorie e asmatiche; 2.097 casi di ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiache; tra il primo gennaio 2000 e il 31 dicembre 2007 c’è stato un numero di morti per malattie cardiovascolari e respiratorie pari a 427. Quindi negli 8 mesi di chiusura centrale presumibilmente si sono evitate 35 morti premature (ad esclusione delle forme tumorali), 65 casi di ricoveri di bambini, 233 ricoveri di adulti. Sempre la Procura, che si è avvalsa dei parametri definiti dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) nel rapporto tecnico del 2011, ha calcolato sotto il profilo economico (per gli anni presi in esame dalla consulenza epidemiologica e in relazione ai ricoveri e decessi) 746 milioni di euro di danni ambientali sulla base del modello matematico ed in Euro 894 milioni sulla base del modello a recettore, per cui in media, in 8 mesi si sono evitati costi esterni sanitari e ambientali per circa 68 milioni di euro”.