Il Centro Studi CNA ha misurato e quantificato, andando a controllare, una per una, 112 città italiane, cioè tutti i capoluoghi di Provincia e di Regione quale è nel 2014 il peso complessivo del fisco (Total Tax Rate) sulle piccole e medie imprese e sugli artigiani
Il risultato di questo lavoro capillare è il primo “Osservatorio permanente sulla tassazione di artigiani e piccole e medie imprese in 112 Comuni d’Italia” che raccoglie tutti i dati fiscali del 2011, del 2012 e del 2013, comparati con le previsioni di quello che sta succedendo nel 2014.
Molte sono le brutte sorprese scoperte dall’Osservatorio. Alla fine del 2014 si arriverà – dato medio su Italia – al 63,1% di imposte e tributi che una azienda dovrà pagare alle pubblica amministrazione. Nel 2011 era del 59,1%. In soli tre anni un + 4% medio di incrementi, altro che riduzioni di imposte.
E’ la conseguenza di un mostro fiscale a tre teste (nazionale, regionale e comunale) che opera incessantemente su artigiani e Pmi e di cui CNA da anni ne chiede una profonda revisione..
Se guardiamo alla classifica delle 112 città troviamo assurdità ormai non più giustificabili e sostenibili con Roma, la capitale, conquista il primo posto. Nel 2011 registrava una pressione del 65,7%. Nel 2014 segna il 74,4%. Un balzo dell’8,7% che significa che i tre quarti del lavoro delle imprese finisce nelle tasche dello Stato.
Questo evidenzia, ed è un dato costante, l’incremento delle imposte locali che colpiscono sempre più la piccola impresa.
Savona , si colloca a metà classifica con il 63.3% (pressione fiscale analoga a quella di La Spezia), con una percentuale leggermente superiore alla media nazionale con una crescita di tassazione dal 2011 ad oggi del 2.4% con una stabilizzazione del dato dal 2012 dove sicuramente il balzo dal 60.9 (2011) al 64.2% (2012) in parte era dovuto agli aumenti della tassa rifiuti.
Alla pressione fiscale e tributaria, teoricamente omogenea sul territorio nazionale, a Savona avvertiamo costi superiori alla media in particolare per lo smaltimento dei rifiuti e per le le imposte sui capannoni e laboratori artigianali. Costi che fanno si che un impresa savonese, indipendentemente da proprio giro d’affari, occupati o settore debba lavorare per pagare tasse e imposte dal 1 Gennaio al 20 Agosto ben 202 giorni all’anno!
I restanti 163, il 36.7% dell’anno, li deve destinare per pagare i propri dipendenti, i fornitori, gli affitti, gli obblighi di legge per quanto riguarda la sicurezza sul luogo del lavoro, la burocrazia, gli oneri finanziari e bancari, i mutui per gli investimenti, le assicurazioni… e solo dopo l’imprenditore potrà pensare alle necessità per sé stesso e la propria famiglia.
Come sostiene Paola Freccero imprenditrice del settore alimentare e presidente provinciale CNA Savona: “In nessuna parte del mondo le imprese subiscono una tale pressione, svanisce così ogni opportunità di essere competitivi sul mercato internazionale, di investire sulla ricerca e l’innovazione, di creare occupazione. Come CNA chiediamo agli Enti Locali buoni servizi a tariffe eque, alla Regione politiche di sviluppo e di promozione che assicurino opportunità per le imprese, al governo una revisione del sistema fiscale che sta stritolando la piccola impresa. “