Attualità - 26 luglio 2014, 13:00

Savona, "Gridavano e piangevano": cosa successe nella caserma di Bolzaneto in un libro

Il giudice Roberto Settembre, intervistato dalla giornalista Debora Geido di Savonanews, presenterà il libro presso la SMS La Rocca di Legino alla Festa dell'Unità stasera alle 20.30

Stasera alla Festa dell’Unità a Savona si parla della caserma di Bolzaneto e dei fatti del G8 di Genova del 2001. Alle 20.30, presso la SMS La Rocca di Legino, il giudice Roberto Settembre, intervistato dalla giornalista Debora Geido di Savonanews, presenterà il libro “Gridavano e piangevano. La tortura in Italia: ciò che ci insegna Bolzaneto”. Roberto Settembre, giudice a latere della Corte d'Appello nel processo a 43 pubblici ufficiali, accusati di aver commesso più di cento reati contro oltre duecento parti offese, ripercorre attraverso le testimonianze e gli atti del processo, cosa è successo all’interno della caserma di Bolzaneto, trasformata in carcere provvisorio dal 20 al 23 luglio 2001.

Perché dei Pubblici Ufficiali hanno commesso reati contro la dignità della persona, violenze soprusi e vere e proprie torture ai danni di oltre 200 ragazzi venuti a Genova per manifestare? Una pagina nera per la storia della Repubblica Italiana. A soli 13 anni dai fatti del G8 di Genova, qual è lo stato della nostra democrazia?

“Ero di fronte a un evento non solo di dimensioni macroscopiche, ma di una particolare qualità: centinaia di cittadini non erano solo stati privati della libertà, non erano solo stati lesi nella loro incolumità fisica e psicologica. Erano stati vittime di comportamenti tesi a far sorgere sentimenti di paura, di angoscia, di inferiorità in grado di umiliarli cosí profondamente da ledere la dignità umana” afferma il giudice nel libro.

Roberto Settembre è stato l’estensore della sentenza in Corte d’Appello: su 43 imputati ci furono 7 condanne, 14 assoluzioni, mentre tutti gli altri reati vennero estinti per prescrizione. Questo perché in Italia non esiste il reato che punisce la tortura, “una storia emblematica di ingiustizia, un invito fermo a introdurre in Italia il reato di tortura”. Questo e altro ancora domani alle 20.30.

All’intervista e alla presentazione del libro, seguirà la proiezione del film “Diaz” alle 22.30.

r.g.