“La Medical Ars di Altare non può mettere in campo l’ammortizzatore sociale Eblig perché ha una mole di lavoro elevata e nonostante questo la scorsa settimana ha licenziato due dipendenti senza una valida motivazione. E diversi dipendenti sono ancora in attesa di ricevere lo stipendio, così come la tredicesima che è stata pagata rateizzata. Quello che ci chiediamo come Uil è: ma allora dove vanno a finire i soldi?”. Queste e molte altre domande si pone Giovanni Mazziotta, della Uil, all’indomani di un incontro all’Unione Industriale con l’azienda valbormidese che si occupa di articoli sanitari. L’azienda ha degli appalti diretti con la Asl2 Savona, con quella di Cuneo e tramite la Vivisol di Monza con la Asl1 Imperia
Non è la prima volta che l’azienda valbormidese si trova al centro di una vertenza sindacale. Lo scorso anno i dipendenti avevano già dovuto fare i conti con il continuo posticipo dei pagamenti delle retribuzioni. All’epoca i lavoratori più in difficoltà si erano dimessi dall’impresa per giusta causa e avevano chiesto l’intervento dell’Inps attraverso l’indennità di disoccupazione. (Clicca qui per il pezzo).
Ora però si tratterebbe di una vicenda molto più complessa.”Nell’incontro all’Unione, prosegue Mazziotta, ci avevano detto che non prevedevano nessuna forma di riorganizzazione o ristrutturazione ed il giorno dopo hanno lasciato a casa, dopo otto anni, due dipendenti. Alla base del licenziamento una presunta esternalizzazione dei lavori, ma non siamo convinti della motivazione. Speriamo ritornino sui loro passi, altrimenti tramite gli avvocati del sindacato ci appelleremo prima all’ispettorato del lavoro e poi, se dovremo proseguire, porteremo la vicenda davanti ad un giudice del lavoro”.
“Quello che vogliamo sapere noi è: se l’azienda continua a lavorare, se addirittura ha assunto del personale, anche solo se a termine, come mai ha licenziato due persone? Dove vanno a finire i soldi?”, conclude Mazziotta.