La legge 215 del 23 novembre 2012 ha introdotto come sappiamo il sistema della doppia preferenza, lo scopo quello di promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte all’interno dei nostri comuni e non solo.
Ma cosa ha generato questa legge di nuovissima applicazione? Oltre ad una confusione da parte degli elettori sul “come si vota” con rischio di annullamenti di schede e preferenze date da una palpabile confusione generale ecco che questa ha cambiato anche il modo di fare politica e campagna elettorale promuovendo delle sorte di alleanze tra uomini e donne che decidono di correre insieme mano per la mano verso un possibile posto in comune.
Ed allora, ci riferiscono i candidati consiglieri, ecco le domande che quotidianamente vengono loro poste “Con chi vai in tandem?” oppure “Ma tu con chi sei accoppiato?”.
Un termine ciclistico dunque, che rende perfettamente l’idea dell’alleanza elettorale che un uomo e una donna stipulano con il fine di ottenere entrambi vantaggi elettorali.
Ma ci chiediamo se questo sistema non sia stato utilizzato, magari da qualcuno per ottenere dei vantaggi a senso unico o per “studiare meglio” chi effettivamente poi avrà possibilità di entrare con un ruolo in comune e chi invece verrà automaticamente “scartato” portando si alcuni voti alla lista di appartenenza, ma non costituendo un “rischio” per chi voleva una “poltrona assicurata”.
Eh si, infatti si fanno, anzi si sono fatti, questi calcoli all’interno di liste e di partiti, soprattutto da parte probabilmente, di chi è un po’ più avvezzo a tale ambiente e che quindi riesce a “fare meglio di conto”.
Ci raccontano alcuni candidati proprio queste esperienze e senza fare nomi i discorsi un po’ da tutti i lati colori e liste sono “Tizio va con Caia, entrambi potrebbero portare una 50ina di voti per un totale di , quanto sarà 100 preferenze, solo Sempronio ha un bacino di circa 150 voti presumibilmente e va con Mevia che vogliono fare salire. Si capisce che Tizio e Caia sono già fuori dai giochi. Si mettono i loro nomi, si portano dei voti alla lista, si hanno due bei visi, ma destinati in partenza a non andare avanti”.
Ma non solo questo infatti c’è da dire che non c’è sempre una rappresentanza pari di nomi. Non c’è un 50 e 50, ma a volte può succedere vi siano più uomini o più donne ed allora qualcuno corre da solo e non beneficia dei vantaggi del “Tandem” od anzi, qualcuno magari fa il furbo o la furba ed abbina il suo nome non con uno solo ma magari con due o più generando dei tradimenti quasi peggiori dei tradimenti coniugali.
Il rischio che si potrebbe generare e che forse già si genera è che si formino degli affiancamenti variabili, in cui, nei diversi quartieri in cui si vota, viene indicato sempre lo stesso uomo ogni volta in collegamento con una donna diversa. Si tratterebbe di una degenerazione del sistema che riduce le donne a mere ‘portatrici di acqua’ e non permetterebbe di centrare l’obiettivo dell’ aumento della rappresentanza femminile, naturalmente potrebbe avvenire anche il contrario e potrebbero essere anche le fanciulle della politica a fare questi ragionamenti.
In tal modo si snaturerebbe il principio che la legge vuole portare avanti, ma non solo, si alimenterebbero, e si alimentano, tutti quei calcoli che forse si sono sempre fatti, per fare in modo di studiare bene le mosse per arrivare a sedersi in comune, ma che ora hanno uno strumento in più.