“Il punto è che tutta questa fretta non promette nulla di buono, è questo che preoccupa. Le cose fatte di corsa portano sempre in vicoli bui” In questa semplice, ma altrettanto chiara frase si legge tutta la preoccupazione dei 22 dipendenti della Tecnocivis di Savona, che dal 1 di luglio rischiano di trovarsi a casa.
L’azienda è infatti una delle partecipate di Palazzo Nervi, che a seguito dell’approvazione del DDL Delrio, che ha svuotato di competenze la Provincia, si ritroverebbe di conseguenza senza sovvenzioni.
E così da ore i dipendenti stanno condividendo tramite i social network un documento nel quale emergono tutti i dubbi di questa operazione, condotta appunto velocemente, visto che oggi il Consiglio Provinciale ha poi ufficialmente deciso di metterla in vendita, tramite uno specifico bando di gara.
“Renzi, si legge nella nota che sta circolando, ha indicato una drastica riduzione di queste società nell'ambito di un progetto di riorganizzazione e razionalizzazione della spesa dello Stato, una sforbiciata da circa 8.000 a 1.000 società, cosa sulla quale in linea generale non si può essere in disaccordo perchè lui stesso ha sottolineato come poltronifici molte di queste, ma non è certamente il caso di Tecnocivis”.
Una società utile, come precisano gli stessi dipendenti, “Basterebbe rimandare il giudizio ai Presidi delle scuole, ai cittadini della provincia se il servizio di sicurezza sulle loro caldaie è necessario, basterebbe chiedere ai vari dirigenti della Provincia se è utile o no avere distaccati lavoratori Tecnocivis nei loro uffici per svolgere servizi che i tagli al personale impedirebbero di svolgere, basta chiedere a loro se Tecnocivis è utile o no. Non servono tante chiacchiere bastano i fatti a raccontarlo”.
Un’utilità su cui in passato si era già espresso lo stesso Vaccarezza, tramite un atto ufficiale del Consiglio provinciale approvato all’unanimità. Tante, troppo domande, di cui riportiamo in calce un estratto.
"I bilanci di Tecnocivis sono negativi?
Le normative per le dismissioni societarie pubbliche fanno cenno come aggravante ad avere bilanci in rosso, negativi, ma anche questo non è vero, basta andare sul sito di Tecnocivis per averne conferma, 2011, 2012 e anche 2013 sono positivi. Sul bilancio 2013 di prossima pubblicazione c'è da fare una considerazione. Ci era stato riferito inizialmente che tale annualità 2013 aveva un saldo negativo di circa 80.000 euro e con stupore ne abbiamo chiesto conto, poi magicamente è bastata una telefonata in diretta per farlo tornare positivo. Non sarebbe male far giungere quel cellulare al Presidente del Consiglio, con una telefonata risanerebbe il debito pubblico del Paese.
Non è quindi per bilanci in rosso che si vuole vendere Tecnocivis?
La tesi di avere gli ultimi 3 bilanci in rosso come aggravante per la dismissione della società è smentita dagli atti. Inoltre è impensabile se non impossibile che le scuole vengano lasciate senza fondi per le manutenzioni, visto lo stato complessivo degli edifici scolastici sarebbe una rivolta sociale e non solo dei dirigenti scolastici, quindi che sia la provincia a gestirle o l'ente che la sostituirà poco cambia per Tecnocivis.
Ma nel passato la Provincia è intervenuta finanziariamente per Tecnocivis?
Certo che lo ha fatto, e questo lo riconosciamo al Presidente Vaccarezza, quando si è insediata la sua amministrazione, circa 5 anni fa, lui stesso ha definito “malagestione” la direzione societaria esistente in Tecnocivis, ci sono stati e forse sono ancora in corso per questo dispute giudiziarie con il Presidente di prima, Vaccarezza ha provveduto a sostituire il gruppo dirigente societario ma alla luce dei fatti forse le sue scelte non hanno avuto il risultato che lui si aspettava.
Questo significa che Tecnocivis costa troppo?
Anche qui come RSU avevamo già preso atto di una delibera del Consigio provinciale. Tale delibera indicava un esborso di denaro pubblico di circa 400.000 euro e di un'operazione sul capitale sociale necessari per risanare il bilancio, ma il Presidente Vaccarezza chiedeva giustamente in contropartita una riorganizzazione interna anche sul personale che evidenziava tra l'altro alcune posizioni apicali piuttosto anomale. Ma sull'applicazione di quella delibera si aspetta ancora oggi. Sono tutti atti pubblici rintracciabili sul sito della Provincia, nulla di segreto.
Quindi la vendita della società è decisa?
Francamente noi speriamo di no, non è vero come si è letto nei giorni scorsi che i lavoratori sono contenti di passare ad una impresa privata, la verità è che la scelta che ci era stata messa sul tavolo era di lavorare solo fino a giugno 2014 e poi stare a casa licenziati con lamsocietà in liquidazione oppure continuare a lavorare con un privato. Ma quale persona con un po di sale in zucca visti i tempi difficili per tutti avrebbe scelto di essre licenziato fra qualche giorno? Con noi ci sono tanto giovani, colleghi con famiglie da mantenere, ragazzi che vogliono sposarsi, figli che studiano. Non ci spaventa certo staccarci dal pubblico per un privato, tutti noi arriviamo da li, non è questo il punto, si lavora sia con il pubblico che con il privato.
Cosa chiedete al Presidente Vaccarezza?
Il punto è che tutta questa fretta non promette nulla di buono, è questo che preoccupa. Le cose fatte di corsa portano sempre in vicoli bui. Il presidente Vaccarezza si può criticare per scelte fatte dalla sua Amministrazione o si può essere d'accordo con lui. Ma avendo il Presidente maturato una lunga esperienza da Amministratore sa bene se ha fatto errori di indirizzo in Tecnocivis e comunque vada questa della dismissione non crediamo assolutamente sia una scelta da fare a cuor leggero, l'unica cosa che possiamo ancora chiedere è di riflettere ulteriormente, perchè sia lui che i suoi assessori saranno ricordati dai cittadini per le cose fatte o non fatte, ma come Presidente della Provincia e come Giunta sarà nricordato anche per l'esito di questa storia qui".