Non c’era nessuna critica da parte della Protezione Animali savonese all’attuale assessore alla caccia Revetria circa i ritardi sull’approvazione del piano Faunistico Venatorio, sia per la sua riconosciuta correttezza che per i pochi mesi da cui ricopre la carica. Le accuse dell’ENPA era invece rivolte ai suoi predecessori, provinciali e regionali, che per ben 7 anni ne avevano ritardato l’approvazione, impedendo così ai proprietari di terreni di ottenerne il divieto di caccia.
Lo sblocco di questa situazione, ovviamente comoda a molti ambienti venatori, è venuto quando il TAR, su ricorsi delle associazioni ambientaliste ed animaliste, ha cominciato ad annullare calendari e delibere proprio perché mancava l’aggiornamento del piano faunistico; da allora, come per incanto e malgrado la mancanza di fondi pubblici per settori primari e davvero importanti, sono “saltati fuori” 40.000 euro con cui la Regione ha “foraggiato” le 4 Provincie affinché elaborassero il piano, naturalmente sempre nell’ottica della tutela dei cacciatori e mai di quella della fauna selvatica.
In una selva di documenti, grafici, tabelle e cartine non c’è ad esempio un rigo – e neppure un soldo o un servizio previsto – sul soccorso della fauna selvatica ferita o in difficoltà, che continuano a svolgere solo con propri mezzi le associazioni animaliste come ENPA ed i privati, che se vogliono evitare che animali bisognosi di cure muoiano miseramente sono costretti a sopperire all’inadempienza di Provincie e Regione.
Nulla da eccepire infine – ma ENPA non ha criticato questo – sulla procedura di pubblicazione del piano faunistico online sui siti della Provincia e degli albi comunali. Ma come farebbero, in mezzo ad una montagna di carta, i cittadini a capire che possono chiedere il divieto di caccia sui propri terreni se non gli viene espressamente spiegato ?Ci ha pensato, per fortuna, la Protezione Animali.