Nuovi particolari emergono nel caso D’Angelo.
L’uomo era morto nel rogo di un camioncino a Rocchetta di Cairo il 25 novembre dello scorso anno e da quel momento si è aperto un vero e proprio giallo, ipotizzando prima un omicidio poi un suicidio essendo emerso dall’autopsia il fatto che lo stesso era deceduto a causa delle ustioni e del fumo dell’incendio. Era pertanto ancora vivo durante il divampare delle fiamme.
Giancarlo D’Angelo, cairese, sessantaduenne, ex imprenditore, non era un nome nuovo alle cronache, era, infatti, già finito sotto processo per la scomparsa del «faccendiere» di Altare Alberto Genta, caso dal quale è stato poi del tutto scagionato ed al momento della morte si trovava in stato di semilibertà per altri reati in materia fiscale.
Anche questi elementi avevano spinto gli inquirenti a continuare le indagini dalle quali sembra essere emerso il ritrovamento di un martello di grosse dimensioni presente all’interno dell’abitacolo del camioncino.
A scatenare il giallo ed il dubbio è il fatto che sul corpo dell’uomo e in particolare sul cranio erano presenti delle lesioni compatibili sia con l’incidente del camioncino, ma anche con eventuali colpi inferti da un corpo contundente.
La procura ha, dunque, aperto un’inchiesta per omicidio volontario permettendo così ai carabinieri di poter spaziare a 360° nelle indagini.