Attualità - 24 febbraio 2014, 10:26

"Fonte di spunti, che però devono rimanere tali", Maria Rosa Lauro, new entry Michelin così commenta la notizia del ristoratore bresciano che non vuole gli utenti di Tripadvisor nel suo ristorante

E i ristoratori del savonese che cosa ne pensano? Attendiamo i vostri commenti e le vostre opinioni. Così come quelle dei cittadini che hanno l'abitudine di scrivere recensioni sul famosissimo sito

Il cartello "TripdAdvisor" esposto dalla pizzeria di Brescia

Gli italiani sono un popolo, a seconda della moda, di allenatori, medici, economisti e, trend del momento, grandi chef. A testimoniarlo il continuo proliferare, e soprattutto il successo, di trasmissioni di cucina, di blog, di libri di ricette.
In questo grande calderone un ruolo di spicco ce l'ha sicuramente TripAdivisor, sito ormai quotatissimo di recensioni su ristoranti e alberghi. Su ristoranti, appunto. Ecco che una pizzeria di Brescia ha denunciato il sito per "violenza psicologica" e ha intimato ai suoi utenti, con tanto di cartello, di non farsi vedere nel suo locale.
Insomma, esasperato dalle recensioni, evidentemente non tutte positive. E soprattutto convinto che chi le scrive non abbia reale titolo per farlo. Oltre al fatto, e questa è cosa nota, che non tutte sono così trasparenti.
E a Savona com'è la situazione? Cosa ne pensano i ristoratori della provincia dove la qualità della ristorazione è senza dubbio tra le più alte in Italia? In attesa delle testimonianze dei lettori e dei ristoratori, abbiamo chiesto di esprimere un'opionione a riguardo Maria Rosa Lauro, proprietaria de “La Locanda dell’Angelo" di Millesimo, new entry della Guida Michelin, che ha premiato con una stella il locale ed il giovane chef Massimiliano Torterolo.

Onestamente non conoscevo la storia del ristoratore bresciano, commenta Maria Rosa Lauro. Penso che TripAdvisor funzioni benissimo come ricettore di opinioni, spunti positivi, che però devono rimanere tali. Un locale non può essere messo alla sbarra da considerazioni soggettive, magari molto negative, da parte di un cliente che critica ad esempio il prezzo. Se il ristorante sceglie di applicare determinati prezzi, lo fa sulla base di certi criteri, che possono essere, ad esempio, la carta dei vini che viene offerta, un certo tipo di servizio. I menù con i costi poi sono esposti, se vuoi spendere cinquanta euro sai dove puoi andare a  mangiare”.

Il problema, secondo me, è che non esista nessun controllo: io posso registrarmi con cento email diverse e fare altrettante critiche negative o positive, purtroppo magari anche non vere. Poi il problema rimane sempre legato al chi ti giudica? Una persona preparata - e molti lo sono - o una persona che magari bada più alla quantità che alla qualità e che si lamenta se il suo piatto non è colmo di cibo?. Tu adegui comunque i tuoi piatti al tuo target di riferimento"

Comunque sia, conclude, “il sito rimane un effettivo strumento di riferimento, dove forse sarebbe necessario porre solo qualche sistema di controllo”. E che forse, così come le nostre vite sono cambiate con le nuove tecnologie, TripAdvisor, così come tutto il mondo dei social ed internet, siano diventati in fondo le nuove piazze. Senza confini e senza controllo.

 

Cinzia Gatti