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Attualità | 16 novembre 2013, 11:31

Sospensione attività venatoria, tra ambientalisti, politici, ecco cosa ne pensa un cacciatore

Enzo, associato Federcaccia da 40 anni:"Come è possibile che solo a settembre, dopo 7 mesi di sospensione dell'attività venatoria ci si renda conto di alcuni problemi? Che funzione ha la Regione? I cacciatori in prima linea per pulire i boschi, e gli ambientalisti?"

Sospensione attività venatoria, tra ambientalisti, politici, ecco cosa ne pensa un cacciatore

Caccia sì, caccia no, ricorsi al Tar, ambientalisti esultanti e poi in rivolta, occupazione del consiglio regionale, ma in tutto questo "balletto" che va in scena in Liguria da un mese, dopo la prima sospensione dell'attività venatoria da parte del Tar, manca un punto di vista fondamentale, quello dei cacciatori.

Ecco quello di un nostro lettore, Enzo, appassionato dell'attività venatoria ed associato della Federcaccia da circa 40 anni:

"Forse chi non ha dimestichezza con la caccia non si è neppure posto il
problema e ritiene che queste siano problematiche che riguardano solo pochi,
pertanto vorrei porre all'attenzione di tutti alcune domande.
È serio, secondo voi, ad attività iniziata, dopo che sono stati versati,
come stabilito dalla legge, circa 500 euro, compiuti importanti acquisti e,
magari, aver pianificato le ferie apprendere dai tg regionali e dalla
stampa che la caccia è sospesa?
Come è possibile che solo a settembre, dopo sette mesi di sospensione
dell'attività venatoria ci si renda conto di alcuni problemi?
Mi chiedo allora che funzione hanno la federazione e la Regione, se la prima
non comunica con i suoi associati e la seconda in tutto questo tempo non ha
fatto nulla?
Si preoccuperanno di rimborsare ai tesserati i giorni di caccia non goduti?
Ma nelle altre Regioni cosa sta accadendo?
Per non parlare poi degli obblighi che sono stati imposti, come quello delle
cartucce monolitiche per cacciare gli ungulati. Sembra che nessuno abbia
pensato alla pericolosità di questi proiettili, che utilizzati su fucili con
canne non predisposte possono causare lo scoppio del fucile. E vera e giusta
la preoccupazione per l'avvelenamento da piombo causata dalle altre
cartucce, però quelle trovate fin'ora non mi sembrano delle soluzioni: prima
permettete che i cacciatori acquistino le cartucce (60 euro per una scatola
da 20) e poi di punto in bianco viene detto che queste non vanno più bene e
che occorre sostituirle.. .non poteva essere più intelligente togliere dal
commercio le cartucce al piombo, ma stabilire un lasso di tempo entro il
quale smaltire quelle in possesso?
Mi viene da pensare che ancora una volta sia una questione di danaro e di
interessi.
In ultimo vorrei dire qualcosa anche agli ambientalisti: vi sono
riconoscente per il fatto che vi preoccupiate così tanto della salute di noi
cacciatori e se avete proprio tanto a cuore questo problema vi faccio una
proposta: noi vi portiamo i fucili e le cartucce non idonee e voi ce le
sostituite con quelle appropriate.
Altrimenti devo pensare che quando si vuole ostacolare una passione, si
gioca sporco.
E poi imparate anche a riconoscere i meriti di chi si dedica alla caccia,
perché posso assicurare che i cacciatori sono amanti della natura e dei
boschi, infatti quando c'è un incendio o ci sono da pulire i viottoli nei
boschi delle mia regione mi capita di vedere molti cacciatori, ma fatico a
scorgere un ambientalista! ! ! !"

C.G.

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