Martedì 12 si è svolto a Ceriale il IX Congresso di Rifondazione Comunista dei 4 circoli del Ponente Savonese, da Noli ad Andora e relativi entroterra.
Solo 2 i votanti: tutti gli altri "compagni", segreterie uscenti comprese, hanno messo in atto una protesta chiedendo alla Presidenza di poter leggere, prima dell’apertura dei lavori congressuali, un documento in cui si motivavano le ragioni del disagio e della sofferenza che li avevano portati alla decisione di non partecipare al congresso e molti a non rinnovare la tessera.
"Ma la Presidenza, meravigliandosi della richiesta, ci ha negato di parlare - raccontano i dissidenti - attaccandosi al regolamento e dicendo che si sarebbe potuto influenzare l’esito del congresso. I compagni esclusi sono rimasti sbalorditi e hanno deciso di andarsene lasciandoli soli. Del resto era inutile rimanere, chi teme di essere influenzato, non è sicuro delle proprie idee e non ha orecchie per ascoltare".
Nel documento, spiegano, si auspica un partito democratico e partecipato, a servizio della base e non viceversa, dove si possa influenzare ed essere influenzati, "perché si ritiene che andare avanti in questo modo sia un suicidio, soprattutto per un partito che si definisce di “massa”. Nella speranza che non si voglia ridurre Rifondazione Comunista a un soggetto oligarca alla pari di tutti gli altri partiti italiani e che le dirigenze si ravvedano ed escano dalla loro campana di vetro, si fa appello a tutti coloro che hanno ancora a cuore questo partito affinché si mobilitino per bloccare questo Congresso costruito secondo le solite logiche di autoconservazione e i soliti regolamenti".