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Attualità | 16 settembre 2013, 15:35

Lesegno, Riva Acciaio: oggi l'incontro con il Ministro per lo Sviluppo Economico

Il comunicato aziendale: "Nessuna facoltà d’uso dei beni sequestrati e revocati dalle banche tutti i fidi dopo il sequestro". Intanto continua la protesta dei lavoratori

Il presidio davanti alla Riva acciaio

Il presidio davanti alla Riva acciaio

Continua il presidio dei lavoratori Riva Acciaio a Lesegno: "Il lavoro c'è, fateci lavorare", è l'appello che lanciano i dipendenti.

Intanto arriva dall'azienda il comunicato dell'"incontro con il Ministro per lo Sviluppo Economico per valutare come affrontare l’attuale situazione di paralisi.

"In relazione alle dichiarazioni contenute in una nota della Procura di Taranto riprese dalla stampa, secondo cui il provvedimento di sequestro non impedirebbe l’uso degli impianti, Riva Acciaio precisa che tali dichiarazioni non trovano purtroppo riscontro nel provvedimento del GIP di Taranto di cui ha ricevuto notifica il 9 settembre 2013. Tale provvedimento sottrae infatti alla disponibilità di Riva Acciaio tutti i beni, senza disporre alcuna facoltà d’uso a beneficio dell’azienda; come è noto, in assenza di un espresso provvedimento di concessione della facoltà d’uso, il sequestro preventivo penale impedisce all’azienda ogni utilizzo, in qualsiasi modo o forma, dei beni oggetto di sequestro.

 Peraltro, come riportato anche dagli organi di stampa in data 14 settembre scorso, in conseguenza del nuovo atto di sequestro, le banche finanziatrici di Riva Acciaio, che erano tornate a riattivare i fidi, ne hanno immediatamente disposto il congelamento totale o la revoca; il blocco degli impianti e dei conti correnti impedisce alla società di svolgere, in questi giorni, non solo la normale attività produttiva, ma anche operazioni minimali, quali pagare le utenze o gli spedizionieri per la consegna dei materiali già venduti.

 Si precisa altresì che, con lettera raccomandata e comunicazione a mezzo PEC in data 11/12 settembre, la società ha immediatamente informato il Custode Giudiziario dei beni sequestrati per avvertirlo delle conseguenze operative del sequestro sull’azienda, ma allo stato non ha ricevuto alcun riscontro né scritto né verbale".

 

c.s.

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