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Politica | 11 settembre 2013, 16:17

Franco Vazio commenta la sentenza di condanna di Silvio Berlusconi

L' onorevole:"Non contesto il diritto di difendere o meno il Cavaliere: il fatto intollerabile è minacciare conseguenze e la legge è uguale per tutti"

Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi

L' Onorevole Franco Vazio commenta la sentenza di condanna di Silvio Berlusconi, ma soprattutto le reazioni del mondo politico a sostegno o contro il Cavaliere:"L'art. 66 della Costituzione sancisce che "... ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte d'ineleggibilità ed incompatibilità...".

Una vera e propria prerogativa costituzionale che esclude qualsiasi controllo e o pronunciamento, da parte di organi diversi, autorità giurisdizionali o amministrative.

Posto quanto sopra, il D. Lgs. 31 dicembre 2012 n. 235 (Legge Severino) ha stabilito con nettezza e semplicità che non possono essere candidati e non possono comunque ricoprire la carica di Deputato e di Senatore coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a due anni di reclusione per delitti come la frode fiscale.

A prescindere da quanto sopra in un paese civile e democratico, dove i comportamenti e l'etica contano più dei voti e delle sentenze, le dimissioni spontanee sarebbe il comportamento più naturale.

In Italia accade addirittura il contrario: infatti abbiamo ascoltato in questi giorni parlamentari, pitonesse, tigri e leoni, che hanno avvisato il mondo che qualora i membri della Giunta per le Elezioni e del Senato votassero la decadenza del loro Leader, il Governo cadrebbe immediatamente ed altrettanto rapidamente ci si avvierebbe alle elezioni.

E allora mi domando:

- è lecito "avvertire" i membri della Giunta per le Elezioni e del Senato che a seconda di come decideranno ci saranno delle conseguenze?

- è possibile sottoporre costoro ad una pressione che nei fatti non rende libero e sereno il loro giudizio?

- come potremmo qualificare, anche sotto il profilo penale, un tale avvertimento se avvenisse nei confronti di un Giudice di un Tribunale Ordinario prima della pronuncia della sentenza;

- come potremmo definire tale fattispecie quando all'avvertimento si accompagna anche la minaccia di un male nei loro confronti (scioglimento delle camere...perdita dello status di parlamentare).

Il punto non è il diritto di difendere Berlusconi.

Il punto non è il diritto di Berlusconi di difendersi.

Il punto non è il diritto di valutare e o di criticare una legge.

Il punto non è il diritto di parlare di politica o di fiducia nel Governo.

Tutto ciò nessuno può metterlo in discussione, sono diritti sacrosanti e non comprimibili.

Il fatto intollerabile è esasperare una discussione minacciando ineluttabili conseguenze nel tentativo di modificare artatamente l'esito.

È legittimo avere opinioni diverse, così come è comprensibile che  ognuno si batta per far prevalere le proprie ragioni.

 

"Quello che però deve essere salvaguardato dalla politica, e per quello che mi riguarda dal PD, sono i principi fondanti del nostro Paese, i diritti ed i doveri scolpiti nella nostra Costituzione. La Legge è uguale per tutti: nessuno può permettersi di violare tale principio e neppure creare le condizioni perché i cittadini possano anche solo pensare che ciò sia possibile", conclude la sua nota Franco Vazio.

 

r.g.

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