Lotta all’evasione fiscale: 440 Comuni italiani ricevono dallo Stato il 33% delle somme che hanno aiutato a recuperare

Trasformare gli enti locali in fidati segugi per sgominare i furbetti he evitano di pagare tasse e contributi, doveva essere una delle carte vincenti della legge contro il sommerso. Del resto il Comune di residenza ha molte più possibilità di controllare o di venire a conoscenza di informazioni utili per individuare chi evade il fisco. Doveva essere una carta vincente, si dice, e lo è stato, ma solo in parte. Perché l’Italia è un Paese a due velocità su ogni cosa. Sono appena 440 i Comuni destinatari delle risorse che ammontano ad un 33 per cento delle somme rientrate allo Stato grazie alla partecipazione del Comune.

A guardare i dati resi noti in questi giorni dal Ministero degli Interni balza agli occhi una discrepanza non da poco tra città e città. Nella graduatoria la parte del leone la fa Milano che intascherà 949mila euro, bene Genova con 701 mila euro, Bologna con 706 mila euro e Torino con 472 mila euro. Meno brillante Firenze che percepirà appena 44 mila euro, dato quasi ridicolo per Roma, che porterà nelle casse del Comune meno di 9mila euro.

Nel savonese sono soltanto quattro i comuni che riceveranno la loro "ricompensa", e anche in questo caso i dati sono molto diversi tra loro. Da una parte, a Finale andranno 24.116,24 euro e ad Andora 17.672; dall'altra, Cairo Montenotte riceverà 750 euro e Alassio 280 euro. Oscure le ragioni di tanta differenza: forse a Finale e Andora ci sono più evasori, oppure sono i due comuni che hanno "controllato" meglio?