Attualità - 07 settembre 2013, 16:37

Albenga, raccolta firme contro il forno crematorio

Gli abitanti di Leca organizzano un gazebo e lo piazzano proprio davanti al bar degli imprenditori che costruirebbero il forno. Dura replica del sindaco Guarnieri: "Mai avuto contatti"

Il gazebo per la raccolta firme contro il forno crematorio a Leca d'Albenga

Alcuni abitanti di Leca d'Albenga, organizzati in un comitato, si battono ormai da quasi un mese contro il progetto di costruire un forno crematorio nel loro paese.

Un progetto presentato da alcuni privati, già imprenditori nel ramo delle pompe funebri. Ad oggi i forni crematori più vicini sono quello di Savona-Vado e quello di Bra: da qui l'idea di costruirne uno nel comprensorio ingauno, al momento scoperto.

Sono quasi mille le firme ormai raccolte dai volontari del comitato, che sostengono il forno sia pericoloso per la salute. Oggi nuova giornata di protesta: un gazebo dove per tutto il giorno i cittadini si sono fermati per esprimere il loro sostegno apponendo una firma.

Un segnale che di certo non passerà inosservato: il comitato ha infatti piazzato il banchetto proprio davanti al bar di proprietà, tra gli altri, di uno degli imprenditori che dovrebbe costruire il forno crematorio. Vedremo se questa protesta spontanea riuscirà a far revocare un progetto già deliberato, ormai, lo scorso 13 agosto.

Dura intanto la replica del sindaco Guarnieri: "È piuttosto singolare che il neonato comitato anti-impianto di cremazione parli di democrazia, dialogo e confronto, quando loro stessi sono i primi a non cercarlo. La richiesta di concessione per il loro gazebo è stata, finora, l'unico contatto ufficiale che l'oscuro comitato - di cui non si conosce la composizione, né chi siano i rappresentanti - ha tenuto con il Comune di Albenga, nonostante la disponibilità espressa sia da me che da tutti gli assessori a confrontarsi sull'argomento. Già in più di un'occasione, ho chiesto loro di incontrarci, visionare insieme la pratica, esaminare tutte le loro perplessità. Se non vogliono venire loro nel palazzo comunale, posso andare io nella loro sede, o dove preferiscono, ma, a dispetto della disponibilità e della trasparenza dell'Amministrazione, finora hanno evitato ogni contatto. Forse preferiscono fare clamore, soffiare sul fuoco, fare leva sulle paure della gente, senza neppure conoscere la pratica: non ci sembra un modo di agire corretto. Sono certa che abbiano delle idee da argomentare, ma se continuano a fuggire al confronto, com'è possibile che una parte possa convincere l'altra? Il portavoce del comitato, quel dottor Milani che ama fare tanto chiasso, fare parte di ogni tipo di comitato contro questa Amministrazione, è solito fare molto rumore, per poi far finire tutto nel nulla. Dice che il Comune deve ascoltarli: bene, il Comune è pronto ad ascoltarli. Afferma che il comitato non è politico, ma poi menziona determinati partiti - uno dei quali, il M5S, ha forse tutto l'interesse a fermare il progetto di Albenga, per favorire quello di Savona, secondo logiche territoriali. Accettino di avviare un confronto chiaro, costruttivo, che possa portare a un dialogo serio. Senza pretesti per guadagnare un po' di attenzione mediatica, e senza diffondere falsità. Noi ci siamo, e loro?".

A.C. / G.S.