Attualità - 03 settembre 2013, 15:47

Cabur shock, a casa un terzo dei dipendenti

Presentato oggi ai sindacati un piano industriale nerissimo: 33 esuberi, licenziamenti forse già entro Natale

L'ingresso della Cabur

Delusione, profonda delusione. E' questa la sensazione che aleggia tra i delegati di Fim, Fiom e Uilm al termine dell'incontro con la dirigenza di Cabur. L'annuncio è di quelli pesanti: 33 esuberi su 107 dipendenti.

In pratica un terzo della forza lavoro rimarrà a casa nel giro di qualche mese. "E questo nonostante già a fine 2012 fossero rimaste a casa 10 persone, tra dimissionari e tempi determinati non confermati" denunciano i sindacati.

I numeri erano nell'aria sin da giugno, ma da oggi sono ufficiali. La procedura per il licenziamento di 33 persone verrà aperta immediatamente nei prossimi giorni, per giungere a compimento in 3-4 mesi: è possibile quindi che siano disoccupate già entro Natale.

Al centro della discussione tra azienda e sigle sindacali il piano industriale. "Ci allarma il fatto che, nonostante i dirigenti siano al lavoro su quel piano ormai da nove mesi, non si intraveda alcun progetto di ripresa. Ci aspettavamo invece investimenti per innovare i prodotti, fermi al 2000", denunciano i sindacati. Che ora chiedono l'intervento delle istituzioni: "Ci aspettiamo che chi aiutato economicamente Cabur per il suo trasferimento da Albissola ad Altare ora faccia sentire la propria voce". Tra il 2005 e il 2006 l'azienda si è trasferita in un nuovo stabilimento di 11.000 mq, con notevoli vantaggi operativi, e questo grazie soprattutto a finanziamenti pubblici di Regione e Provincia: "L'azienda non può semplicemente 'prendere e poi non imprendere': erano soldi pubblici, elargiti per sostenere un'azienda che ora lascia per strada un terzo del personale".

 

Indetta per domani un'assemblea coi lavoratori per discutere delle prossime azioni da intraprendere.

Andrea Chiovelli