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Attualità | 14 agosto 2013, 12:30

Finale Ligure/Val Bormida: svelato il segreto della base americana sul Melogno

Un segreto durato 50 anni: all'interno fotogallery

Immagini dei cunicoli

Immagini dei cunicoli

Quanti hanno mai sentito o discusso di “leggende” legate alla Base Americana di Pian dei Corsi sul Colle del Melogno? Sicuramente in tanti.

Gli anziani raccontavano di elicotteri che di notte sorvolavano il Finalese, dopo essersi riforniti da una nave americana, ancorata al largo della costa, per dirigersi verso quelle alture e da lì svanire

nel nulla. Altri parlavano di grossi camion che sparivano nella montagna, altri ancora,  cacciatori del posto, parlavano di piattaforme nei boschi che si aprivano per farne uscire dei missili.

Ma quanto di vero ci fosse in questi racconti, non ci era ancora dato saperlo.

Quella però che stiamo per raccontare è una scoperta che ha veramente dell'incredibile.

Tutto inizia qualche anno fa, quando una giovane escursionista e il suo fidanzato si imbattono casualmente in un'apertura e ne riferiscono a Claudio Arena, redattore del sito di ricerche storiche Fortezzesavonesi.com.

In quella zona, a metà degli anni '50, con l'avvento della guerra fredda,  venne edificata una base americana. Era il periodo in cui le due principali potenze militari si sfidavano psicologicamente, mostrando di possedere gli armamenti più distruttivi e le tecnologie migliori, tenendosi così vicendevolmente in scacco, con la quotidiana minaccia di una guerra nucleare.

Negli stessi anni nasceva e si sviluppava un progetto importante per il controllo dello spazio aereo, denominato “Troposcatter” o semplicemente “Scatter”, noto in Europa anche come “ACE-High”.

Una rete basi militari dedite alla radio trasmissione di microonde per quanto competeva la zona  europea a lungo e medio raggio, e in hf per le basi di altri continenti. Il tutto  permetteva di monitorare ampi spazi aerei con facilità mai prima riscontrata.

La base Americana del Savonese, presidiata dalla  59th Compagnia U.S. Army Signal nonchè appartenete al Battaglione 509th, era in stretta comunicazione con alcune stazioni della Germania.  In Europa si contavano una quarantina di istallazioni analoghe.

Questa rete però, tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90, con l’avvento della tecnologia satellitare e la fine della guerra fredda, cessò di essere utilizzata, e con essa, molte basi vennero dismesse, compresa quella americana del Colle Melogno.

Ma cosa poteva centrare un simile sistema di controllo aereo con i cunicoli sotterranei che hanno alimentato la fantasia di molti?

Probabilmente nulla, in riferimento a quello che concerne le trasmissioni radio in questione; ricordando che a tutt’ oggi sul colle, esattamente sul Monte Settepani, esiste ancora un’ istallazione presidiata con un minino di unità militari dell’ Aeronautica, sempre per monitoraggio spazio aereo. Quindi ecco che sorge un logico dubbio.. tutto quello che concerne una rete di cunicoli militari sotterranei, poco e nulla  dovrebbe aver a che fare con il sistema radio; e forse, proprio distogliendo l’attenzione dall’ istallazione ben visibile, quieti sotterranei vennero edificati per scopi molto più importanti e segreti.

Ecco quindi che Claudio Arena, unitamente a due membri della Commissione Cavità Artificiali del Gruppo Speleologico Savonese, decidono di approfondire questo mistero, calandosi in quell'apertura, segnalata anni prima, e scendere per oltre 60 metri all'interno della montagna.

Scendere un cunicolo buio di quell'altezza ( praticamente un edificio di 20 piani ), sebbene con attrezzatura di sicurezza, è già un esperienza significativa, se si aggiunge lo stupore e l'incredulità della scoperta, è facile immaginare lo stato d'animo dei protagonisti, nelle menti dei quali le leggende stavano pian piano prendendo forma.

Ma è sul fondo, che tale consapevolezza viene confermata, quando le luci delle torce non riescono ad illuminare la fine delle gallerie, che buie e fredde (temperatura di circa 12 gradi ed umidità prossima al 70%), si dipanano in diverse direzioni.

Gallerie a volta, rivestite di cemento, provviste di canalizzazioni laterali di scolo.

Ecco quindi svelato il primo mistero: dove andavano i “camion che sparivano nella montagna”!

Camion che devono aver trasportato operai e materiale, probabilmente per un periodo di diversi anni. Un periodo di lavori intensi e soprattutto segreti.

Pareva impossibile. Un simile e fantomatico complesso, oggi in totale disuso ed assolutamente accessibile. Nessuna recinzione o cartellonistica militare.

Un sistema di cunicoli labirintici, che si propagano per centinaia e centinaia di metri, le cui estremità distano circa 600 metri l'una dall'altra, una distanza paragonabile a quella, per fare qualche esempio, che separa la Torretta di Savona da Piazza del Popolo, o a via XX Settembre a Genova.

I cunicoli mettono in comunicazione un certo numero di stanze, tutte assolutamente vuote, alcune dotate di un canale di aerazione sul soffitto.

Cosa sorprendente, una di queste ha una superficie di oltre 200 metri quadri. Una sorta di enorme hangar che potrebbe tranquillamente contenere una villetta a tre piani.

E’ evidente come accennato, che tutto questo non aveva nulla a che fare con una rete radio di monitoraggio dello spazio aereo, ma costituiva, o avrebbe dovuto costituire, un sistema di difesa vero e proprio.

Difficile dire se effettivamente in questi luoghi siano mai stati alloggiati dei missili, o, come altra leggenda vuole, missili con testate nucleari, ma certo è che quanto fino ad oggi per tutti era solo fantasia, oggi è realtà, documentata

A breve, nella nuova pagina facebook di Savona Sotterranea e Segreta (gestita da Claudio Arena, da Gianmario Grasso del Gruppo Speleologico Savonese e da Sergio Cosseria ) altre immagini del sopralluogo e un breve appassionante video.

Questa pagina nasce per puro scopo divulgativo, alla ricerca di notizie dimenticate, quindi, tutte le persone che vogliono partecipare con dei contributi, anche fotografici, sono i benvenuti.

Teniamo però particolarmente a dire che non sveleremo a nessuno dov'è collocato l'ingresso di questo immensa costruzione militare, sia perché una visita della stessa, potrebbe risultare molto pericolosa per il suo attuale stato di abbandono, sia per il rischio di perdersi al suo interno.

Claudio Arena

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