Attualità - 04 luglio 2013, 18:08

Rete fermiamo il carbone su Tirreno Power: "Chiediamo scelte lungimiranti per il territorio"

Ieri l'Ing. Gosio ha chiesto coesione e sostegno dal territorio e non "possiamo continuare ad essere ostaggio dei ricorsi alla magistratura"

Il logo della Rete Savonese Fermiamo il Carbone

Ieri Tirreno Power ha presentato alla Camera di Commercio di Savona il progetto per costruire il parco elettrico nella centrale termoelettrica di Vado Ligure, per un valore complessivo di 40 milioni di euro, due anni di cantiere e il coinvolgimento medio di 80 unità lavorative.

L'ingegnere Gosio ha suggellato poi l'incontro con questo intervento, dove veniva chiesto al territorio sostegno e coesione:", perché temo che da soli non ce la faremo a difendere quello per cui abbiamo combattuto negli ultimi sei anni. Serve più fiducia verso questa azienda e non basta più dire che il progetto si deve fare perché significa dare respiro all’economia: c’è invece bisogno che cambi il clima intorno a questa azienda. L’interesse di Tirreno Power verso il progetto resta alto, la sua validità dal punto di vista ambientale è altrettanto alta. Ma non possiamo continuare ad essere ostaggio dei ricorsi alla magistratura"

Oggi La Rete Savonese Fermiamo il Carbone replica all'intervento dell' ingegnere Gosio

"Dalle dichiarazioni dell’ing. Gosio, dei vertici di Tirreno Power e di chi li sostiene, apprendiamo ogni giorno una serie di notizie diverse e allarmanti, anche in palese contraddizione.   Le ‘possibilità occupazionali’ diventano ‘esuberi’, coincidenti nei numeri, per poi successivamente ridiventare nuova occupazione; gli interventi obbligatori di legge e troppo a lungo fatti attendere, diventano la concessione di ‘ingenti investimenti’; le ordinarie attività di pulizia e manutenzione, nuove straordinarie commesse e appalti, che poi si ritrasformano in attività interne, a danno dell’indotto e a tutela dell’occupazione minacciata…   L’amministratore delegato di Tirreno Power continua quindi a speculare, chiedendo alla comunità savonese di soprassedere a importanti e argomentati ricorsi ed esposti sui danni ambientali, sulle autorizzazioni, sui controlli relativi alla centrale di Vado.   Si ha forte l’impressione che il contenuto dei ricorsi atti alla tutela dell’ambiente del territorio savonese sia considerato soltanto un impaccio burocratico per le logiche esclusivamente economiche dell’azienda romana.   In tutte queste dichiarazioni si fa appello a una ‘unità di intenti’ del territorio, che evidentemente sinora sarebbe mancata.   Ciò ci appare quanto meno curioso, dato che unioni industriali, sindacati e anche enti locali hanno offerto in questi anni all’azienda una collaborazione pressoché incondizionata, al di là di ogni più rosea aspettativa. Ma soprattutto, soprassedere in nome di cosa, del bene comune, dell’occupazione, del futuro, o invece più semplicemente per Tirreno Power ?.   Noi chiediamo che si finisca di confondere cause con conseguenze, e si parli chiaro una volta per tutte.   L’azienda se lo lascia persino scappare: le fonti fossili, il termoelettrico, sono in crisi profonda e irreversibile in tutto il mondo,  incalzati dalla crisi ma soprattutto da risparmio energetico, produzione diffusa, rinnovabili. Si pensa addirittura a rinnovare incentivi alle fonti fossili e a disincentivare le rinnovabili. Non c’è spazio per progetti di ampliamento a carbone, persino far funzionare l’esistente diventa antieconomico.  Pensare di salvare occupazione e interessi economici, continuando a far finta di niente, è un accanimento terapeutico che produce solo ritardo, arretratezza e declino, oltre che devastazione del territorio e ingenti danni sanitari alla popolazione.   Noi lo sosteniamo da tempo: chiediamo scelte coraggiose e lungimiranti per l’economia e il territorio"

 

r.g.