Attualità - 30 maggio 2013, 17:26

"Che fine ha fatto la Fondazione del Finale?". Dopo la Christillin anche Cervone lascia

Tiziana Cileto:"La storia di questo ente è l'ennesima prova dell' incapacità realizzativa della giunta Richeri"

Castel Gavone, uno dei castelli che sarebbero dovuti essere gestiti dalla Fondazione del Finale

L’ undici novembre 2011 nasceva la “Fondazione del Finale”, per gestire e valorizzare il patrimonio culturale della città, e da allora nulla sembra essere cambiato. Anzi qualcosa di diverso c’è: Evelina Christillin ha lasciato nel maggio 2012 l’ ente ed è di due giorni fa la notizia che un altro dei soci fondatori, Pier Paolo Cervone, ha dato l’addio definitivo.

La fondazione, nonostante sia passato più di un anno e mezzo, non possiede ancora la “personalità giuridica”, che viene rilasciata dalla Regione, in base alla presentazione di un programma gestionale, e quindi non può operare, così come ci conferma lo stesso Pier Paolo Cervone, che aggiunge: “ A quasi due anni dalla sua istituzione eravamo ancora in attesa della configurazione giuridica dalla Regione. Siamo partiti con ottomila euro di bilancio di gestione ed è una cosa ridicola se si pensa che l’ ente avrebbe dovuto gestire e promuovere quattro castelli e due teatri. Si è parlato anche della possibile creazione di un’ associazione che vada a ricoprire il ruolo della fondazione, ma che senso ha? C’è ne sono già tante e quindi dopo una serie di riflessioni ho deciso di dimettermi”.

Più o meno dello stesso parere Tiziana Cileto, consigliere di minoranza finalese, che rimarca: “La storia della fondazione del Finalese è l'ennesima prova dell' incapacità realizzativa della giunta Richeri. La fondazione annunciata con grande enfasi come una  realtà che avrebbe migliorato la gestione dei monumenti artistici e della cultura  della nostra cittadina si è  dimostrata  una bolla di sapone. In realtà sin dalla sua costituzione si era  capito che non avrebbe avuto futuro; non certo per l'incapacità di coloro che avevano accettato  il gravoso compito di realizzarla (anzi) ma per la palpabile mancanza di volontà della nostra amministrazione. Forse perché non tutti  nella maggioranza ne erano sinceramente convinti. Di fatto alle parola non sono mai seguiti i fatti che avrebbero dovuto concretizzarsi in un sostegno reale ed in un capitale economico maggiore (Come poteva una fondazione così importante iniziare con pochi migliaia di euro non sufficienti nemmeno per istituire le pratiche  notarili ed amministrative)”.

La regione ha facilmente capito ed ha bocciato il progetto lasciando così i nostri monumenti  e la cultura finalese in mano a volontari  che credono e fanno con  fatti reali e non parole. Grazie a tutti loro” conclude la Cileto.

Cinzia Gatti