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Attualità | 20 maggio 2013, 16:11

"Estate 2013: chiusi 300 stabilimenti balneari", la denuncia del sindacato di categoria

Canoni demaniali troppo elevati a causa delle legge 296/2006: imposte per gli imprenditori da migliaia di euro

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"Oltre 300 stabilimenti balneari a partire da quest' estate non apriranno più" è la denuncia del Sindacato Italiano Balneari e della FIBA, che chiedono al Governo una moratoria per riformare la parte della legge 296/06 che assoggetta i canoni demaniali marittimi delle pertinenze ai valori OMI. "Stanno ‘venendo al pettine’ i nodi di una norma che ha portato i canoni a valori tali da non poter essere corrisposti e, di conseguenza, oggi diverse centinaia di imprenditori si trovano tra l'incudine di Equitalia e il martello della revoca della concessione demaniale perché non sono in grado di pagare migliaia di euro, pertanto rischiano di perdere la propria impresa e migliaia di dipendenti e collaboratori di restare senza lavoro. Siamo di fronte a veri e propri drammi che stanno portando all’esasperazione ed alla disperazione così tante famiglie mettendone in gioco l'avvenire e le certezze costruite con il lavoro di generazioni".

Proseguono i sindacati "Sono anni che le Associazioni di categoria segnalano questa emergenza senza ottenere nemmeno ascolto. Ora non è più possibile non affrontare e risolvere questo problema. Ci rifiutiamo di credere che lo Stato, per di più in un momento così drammatico per l'occupazione, diventi il ‘braccio armato’ nella distruzione di imprese e, nel contempo, siamo determinati a difendere con ogni mezzo i tanti posti di lavoro, di esperienza, di qualità di una offerta turistica che non riguarda solo stabilimenti  balneari ma anche alberghi, ristoranti, discoteche, bar e campeggi. Abbiamo chiesto al ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e al viceministro Stefano Fassina un incontro urgente per trovare assieme le necessarie soluzioni. Carte alla mano dimostreremo come si tratti di una situazione che le imprese non possono più reggere e la cui soluzione non può prescindere dalla volontà del Governo di porvi rapidamente rimedio prima che sia troppo tardi".

r.g.

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