Il Comune vuole ottenere la Denominazione di origine protetta per i cosiddetti “Quattro d'Albenga” (asparago violetto, zucchina trombetta, pomodoro cuore di bue e carciofo spinoso).
I problemi e le difficoltà, però, sono numerosi: l’iter burocratico e le stringenti normative europee rendono molto complessa la possibilità di ottenere la “Dop” e non esistono documenti relativi alla storia dei prodotti in questione, che ne certifichi la reale provenienza.
Se per l’asparago violetto e la zucchina trombetta si sono aperti alcuni spiragli, le porte sembrano definitivamente chiuse, o quasi, per il pomodoro cuore di bue e per il carciofo spinoso. Il pomodoro, infatti, sembrerebbe non essere originario della Liguria (condizione fondamentale per l’ottenimento della denominazione di origine protetta), ma vi sarebbe stato importato in passato. Sull’origine del carciofo, invece, non vi sono dubbi (è chiaramente originario di Albenga), ma anni addietro fu esportato in Sardegna, dove gli agricoltori ne proseguirono la coltura e la produzione fino ad oggi: problema non da poco, giacché al momento della richiesta della “Dop” i sardi potrebbero avere qualcosa da ridire, ostacolando non poco il Comune.
Sulla questione è intervenuto l’assessore all’agricoltura Carlo Parodi: “Stiamo lavorando intensamente per ottenere la denominazione di origine protetta per i nostri rinomati ‘Quattro d’Albenga’. La ‘Dop’, infatti, renderebbe più pregiate le colture locali e siamo convinti di riuscire ad ottenerla in tempi brevi sia per quanto riguarda l’asparago violetto sia per la zucchina trombetta, mentre esistono problemi relativi all’ottenimento del marchio per il pomodoro cuore di bue e per il carciofo spinoso. Inoltre, siamo anche attivi per quanto riguarda la creazione dei marchi comunali, previsti dalle attuali normative”.