Tirreno Power ha incontrato oggi i rappresentanti dei Comuni di Vado Ligure e Quiliano. Durante l’incontro che si inserisce in un percorso di ampia disponibilità di relazione e trasparenza, sono state fornite informazioni di dettaglio anche rispetto ai punti sollevati dai due Comuni nei ricorsi presentati avverso all’AIA.
A rappresentare Tirreno Power erano presenti il CEO ing. Giovanni Gosio e il Direttore dell’Area Affari generali e Legali l’ing. Enrico Erulo Nel corso dell’incontro durato circa due ore, la Società ha sottolineato come il dato di fondo rimanga l’Autorizzazione Integrata Ambientale – AIA rilasciata nel dicembre 2012 e scaturita dal lavoro congiunto dei Ministeri competenti, Regione Liguria, Enti di supporto tecnico con la partecipazione degli enti locali e dalla quale Tirreno Power come prevede la normativa è rimasta esclusa; l’AIA – è stato ricordato dai Dirigenti presenti - ha imposto investimenti e migliorie ambientali di straordinaria rilevanza economica per gli interventi sulle Unità esistenti che consentirebbero di trasformare la Centrale di Vado Ligure quale la più avanzata in Europa per tecnologie adottate e ridotto impatto ambientale.
In merito alla questione dell’avviamento a metano, è stato confermato che entro il 5 aprile come prescritto, sarà presentato al Ministero delle Attività Produttive lo studio di fattibilità finalizzato all’accensione a metano o per il calcolo della portata massica. L’eliminazione definitiva dell’olio combustibile e dei serbatoi avverrà come prescritto entro 8 anni. Anche sulla copertura del carbonile, l’azienda ha confermato che darà seguito alle prescrizioni contenute nell’AIA; il progetto sarà consegnato per l’approvazione entro giugno e conta di presentare formale richiesta per iniziare i lavori entro il nuovo anno. E’ stato confermato anche l’avvenuto versamento della prima rata a carico dell’azienda per l’avvio delle attività dell’Osservatorio ambientale. Sul tema del terzo gruppo è stata spiegata nel dettaglio la tempistica del progetto industriale: "Il problema" – ha sottolineato il CEO di Tirreno Power - "non è il terzo gruppo, ma bensì, da una parte di assicurare una capacità produttiva sufficiente per stare sul mercato in modo competitivo (la grandezza media di una centrale a carbone moderna è di circa 2000 MW) e dall’altra di assicurare gli investimenti rilevanti che consentono una riduzione radicale delle emissioni con oltre il 70% in meno rispetto a quelli dell’odierna Centrale. Non è infatti il numero dei gruppi che conta, ma la potenza complessiva degli stessi (a Vado Ligure sotto dimensionati rispetto a centrali moderne analoghe) e il mix tra capacità produttiva e miglioramento ambientale. In ogni caso i vari passaggi del dispiegamento del piano industriale con la costruzione del nuovo gruppo VL6, il rifacimento integrale di VL3 e VL4, sono oggetto di apposite autorizzazioni da parte del Ministero delle Attività Produttive oltre che dalla valutazione condotta dall’azienda sulle condizioni economiche contingenti. Il progetto approvato rappresenta dunque il punto d’incontro sostenibile tra necessità produttive e tecnologia necessarie per una marcata compatibilità ambientale; in questo senso è stato aggiunto che occorre riflettere sullo sforzo davvero rilevante di tipo ambientale richiesto alla Centrale – auspicando l’impegno perché anche altre fonti emissive sul territorio possano seguire questa strada al fine di ottenere risultati apprezzabili per tutto il comprensorio".
Prosegue Gosio: "Sulle ricadute occupazionali è stato confermato che si attende con l’avvio dei lavori, per i primi 4 anni una media di 700 addetti con punte fino a 1000 lavoratori; nel complesso gli investimenti produttivi il cui importo totale previsto è pari a 1,2 miliardi di euro, con 11 anni di lavori, comporteranno ricadute di grande importanza per il tessuto economico della provincia in una situazione congiunturale particolarmente difficile".
A tale riguardo Gosio ha spiegato anche come in questo momento si stia già privilegiando il più possibile le aziende locali. E’ tuttavia noto che la permanenza dei ricorsi porterebbe a un’ulteriore dilatazione dei tempi (dopo sei anni di istruttoria e con almeno un anno di attesa per la discussione dei ricorsi già presentati dai Comuni) con la più che concreta possibilità che in una situazione di continui cambiamenti degli scenari economici, possano venire a mancare definitivamente le condizioni che oggi consentono gli investimenti previsti. In ultimo, il Direttore Generale a margine dell’incontro ha ricordato come analoghi impianti in Germania, la cui richiesta di autorizzazione risale come per Vado Ligure al 2007, siano oggi non solo autorizzati ma costruiti e già in esercizio: "Anche su questi aspetti - ha proseguito Gosio - occorrerebbe riflettere prima di attivare ulteriori oneri procedurali a chi vuole fare industria in questo Paese, siamo ben consci che si deve e si può fare industria moderna perfettamente compatibile con il territorio ma occorre anche ce ne sia data la possibilità.”