L’accanimento giudiziario contro Marco Balestra ed il suo blog poteva sembrare un caso isolato. I record di contatti del sito per molto tempo hanno ricompensato il blogger dei suoi guai giudiziari.
Ma quando la raffica di condanne e risarcimenti si è fatta pesante, le difficoltà economiche e finanziarie hanno finito per condizionarne l’azione. I giornali, online e cartacei, non lo hanno sostenuto: in fondo era un abusivo e con “malizia” qualcuno ha sostenuto la tesi che la colpa delle denunce era tutta sua.
La minaccia di sporgere querela insieme a quella di togliere la pubblicità, è oggi la regola nella foresta dell’informazione di Impona.
Il silenzio oggi è rotto dalla caduta di un albero, che in questo caso fa più rumore della foresta che cresce. Le dimissioni di Mario Molinari annunciate nel suo articolo, non rappresentano una sconfitta personale, ma un fatto politico destinato a creare imbarazzo e provocare un sussulto nelle coscienze.
Imbarazzo perché l’utilizzo della querela è fatta da chi dovrebbe difendere le ragioni della libertà di stampa e stare dalla parte dei “lavoratori”, come lo sono gli operatori dell’informazione.
Sussulto è quello che prova oggi la società civile, perdendo una voce critica e coraggiosa ed un giornalista bravo e preparato.
Ancora una volta destra e sinistra non mostrano differenze: unite dal cemento e dall’insofferenza verso la libertà di informazione. E vivono felici e contenti perché a Impona se manca il coraggio di presentare gli esposti, anche fra i più convinti rivoluzionari, abbonda la paura delle querele.