Premesso che desidero (togliere sinceramente) scusarmi personalmente per l' errore, è bene sottolineare che si tratta di un evento molto frequente legato alla numerazione degli spazi elettorali (che è doppia propaganda diretta ed indiretta) e diversa per ogni comune.
Appare veramente paradossale che i candidati Grillini che sono stati ridotti al silenzio dal dictat di Grillo che ha impedito loro qualsiasi dichiarazione sui programmi nazionali o sulle questioni locali si scatenino con tanta veemenza su una questione così marginale. Una questione per cui sarebbe stato sufficiente chiamare i referenti di Rivoluzione Civile segnalando l' errore (o gli errori).
In realtà questo accanimento è un tentativo disperato di farsi vedere, mentre non si può prendere posizione su nulla. Il vero problema non è che un volontario abbia sbagliato lo spazio di un manifesto ma che il silenzio dei Grillini non dà alcuna garanzia all' elettore sulle loro reali opinioni. Senza contare che la arrendevolezza con cui hanno accettato di essere zittiti per far parlare solo il capo non è un buon segnale sulla grinta con cui affronteranno il mandato parlamentare. Certo a stare zitti non si sbaglia, non si può essere criticati.
Ma non si cambia la politica di un paese con il silenzio e nemmeno con la cieca obbedienza al capo.
I militanti Grillini devono spiegare perchè non vengono ai dibattiti pubblici a parlare di femminicidio, gronda, terzo valico, mobilità sostenibile, inquinamento, occupazione e preferiscono andare in giro per la provincia a cercare se qualche volontario sbaglia ad attaccare un manifesto.
Simona Simonetti
candidata per Rivoluzione Civile alla Camera dei deputati