Politica - 16 gennaio 2013, 13:13

Ericsson, Piredda (Idv): “Dimezzati anche gli addetti alla sicurezza. L’azienda chiarisca le reali intenzioni sul sito degli Erzelli”

«La situazione dei lavoratori della sede genovese di Ericsson sta precipitando, giorno dopo giorno, nell’assordante silenzio dei vertici aziendali che hanno fino a oggi hanno rifiutato ogni forma confronto con le istituzioni, a partire dalla defezione di alcuni importanti incontri col viceprefetto di Genova».

Così Maruska Piredda, capogruppo di Italia dei Valori in Regione e responsabile Lavoro Idv in Liguria sulla situazione della multinazionale svedese in occasione dello sciopero indetto oggi dai lavoratori.

«Da fonti sindacali – spiega Piredda – sembrerebbe che l’azienda continua a “invitare” i dipendenti a esodi spintanei e a breve, senza dare troppo nell’occhio, potrebbe riuscire a raggiungere i 94 tagli preventivati già a luglio, che corrispondono al 12% della forza lavoro del sito ligure. Inoltre, sembra prospettarsi anche l’ipotesi del trasferimento di ulteriori 50 dipendenti del commerciale da Genova a Milano e a Roma.

Purtroppo, tutto fa pensare che questo sia solo l’inizio di un ridimensionamento ancora maggiore per il sito ligure. Infatti, da quanto riferiscono i sindacati, sono stati messi in mobilità 12 su 24 dipendenti, quindi il 50% della forza lavoro, della Johnson control, l’azienda ex Marconi che gestisce la logistica e la sicurezza del sito Ericsson agli Erzelli.

Per questi lavoratori, per i lavoratori di Ericsson e per il futuro dell’intera città di Genova sorge spontaneo chiedersi quali siano le reali intenzioni della multinazionale svedese che, nonostante i forti utili dichiarati, parrebbe più intenzionata a ridurre drasticamente la propria presenza sulla collina di Sestri Ponente piuttosto che investire sotto la Lanterna, come l’ad Avenia aveva pubblicamente invece annunciato a maggio.

A conti fatti, a oggi, l’operazione di trasferimento agli Erzelli di Ericsson sembra profilarsi come una scommessa persa per la città se non ci sarà a breve un netto cambio di rotta da parte dei vertici aziendali».

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