- 14 gennaio 2013, 11:16

Ma i piatti liguri vegetariani con prodotti dell’agricoltura locale no?

La globalizzazione non ha portato bene agli animali; lo dimostra l’episodio di Andora, dove a un ristoratore “innovativo” è stata sequestrata dal benemerito NAS carne di pitone e coccodrillo.

La Protezione Animali savonese non critica il ristorante ma chi, frequentandolo e consumando la carne che offre, alimenta un traffico di carne esotica che contiene immense sofferenze per gli animali che ne erano legittimi proprietari. Si tratta infatti di animali o allevati in fattorie del terzo mondo dove rispetto e sensibilità sono parole sconosciute, o catturati in natura e quasi sempre uccisi in modo barbaro. Purtroppo una moda stravagante sempre più diffusa attira soprattutto i giovani verso cibi esotici, come ad esempio il sushi originario dal Giappone, paese nella lista nera di ogni animalista per la caccia alle balene e l’importazione di tonno rosso mediterraneo che lo sta conducendo all’estinzione.

Tornando al ristorante di Andora, chi ha visto gli allevamenti asiatici di coccodrilli ed ha un minimo di rispetto per l’igiene se non per gli animali,  difficilmente ne mangerà la carne, anche se importata da un’asettica ditta tedesca. Ma sarebbe bene cogliere l’occasione per riflettere anche sulla carne “comune”, per la cui produzione vengono consumati fiumi d’acqua e milioni di tonnellate di cereali, sottratti ad terzo mondo di uomini affamati e di foreste distrutte per crearvi le coltivazioni. Per non parlare infine della carne kasher e alal per ebrei e musulmani, ottenuta scannando gli animali senza preventivo stordimento, una pratica vietata in alcuni paesi civili del nordeuropea ma ancora consentita in Italia per una malintesa interpretazione dei precetti religiosi.

Ma i piatti liguri vegetariani con prodotti dell’agricoltura locale no?

Enpa Savona