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In Breve

| 04 gennaio 2013, 14:21

E' più forte di loro: Ilva, l'azienda chiede il dissequestro dei prodotti finiti

Mentre è pendente il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato

E' più forte di loro: Ilva, l'azienda chiede il dissequestro dei prodotti finiti

L'Ilva ha chiesto la revoca del sequestro dei prodotti finiti e semilavorati disposto il 26 novembre. L'iniziativa segue la pubblicazione di ieri sulla Gazzetta ufficiale della legge di conversione (in vigore da oggi) del decreto 207 del 3 dicembre 2012 che consente all'Ilva di continuare l'attivita' e di commercializzare i prodotti. I legali del gruppo Riva nei giorni scorsi avevano presentato anche un ricorso al Tribunale dell'appello contro il sequestro dei prodotti finiti. L'udienza e' gia' fissata per l'8 gennaio, ma l'azienda rinuncera' ovviamente all'impugnativa se la procura autorizzera' prima il dissequestro. Contro il decreto legge, nei giorni scorsi, la Procura ha sollevato alla Corte Costituzionale il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato.

''Il gruppo Riva ha perso di credibilita'. Riteniamo che non potra' mai piu' essere nelle condizioni di realizzare gli investimenti di 4 miliardi di euro''. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Puglia, Giovanni Forte, nella tradizionale conferenza stampa di inizio anno. ''Siamo perplessi che il gruppo Riva abbia la capacita' di mostrarsi come un gruppo industriale che guarda alla produzione ed all'interesse della comunita' locale. Ci sara' bisogno - ha spiegato Forte - di un intervento piu' forte da parte dello Stato, che dovra' impegnarsi di piu' anche rispetto alla conduzione. Questo non vuol dire ritornare alla partecipazioni statali: si tratta di inventare nuove forme di partecipazioni dello Stato che oggi riguarda l'Ilva e domani altre imprese ritenute strategiche. In Francia e' avvenuto e sta avvenendo. Bisogna riuscire, dopo il decreto del governo nazionale, a far realizzare gli investimenti''

ansa

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