Spiega, la presidente dell’associazione ambientalista cairese, Nadia Bertetto: “In questi giorni le associazioni ambientaliste condannate a pagare le spese per il ricorso perso al TAR contro l’AIA Italiana Coke hanno provveduto a pagare euro 5.032 alla società Italiana Coke , e presto dovranno versare la stessa cifra alla Provincia di Savona, mentre l’Arpal, dimostrando una sensibilità ed una disponibilità evidentemente non nelle corde degli altri due soggetti, ha generosamente rinunciato ai soldi.
Noi di “Progetto vita e ambiente” – prosegue la Berretto - abbiamo riflettuto a lungo, sia sulla sentenza ingiusta, sia, a maggior ragione, sulla condanna subita e sulla quale evitiamo di fare altri commenti, anche perché la verità è davanti agli occhi di tutti.
Leggendo su un quotidiano l'appello di padre Passerotto, che chiede aiuti per i bambini del Madagascar, e' stato naturale pensare che cosa significherebbero quei 5 mila euro, così come quelli che dovremo versare alla Provincia, per la Missione di padre Passerotto e per quei bambini. Sicuramente per loro sarebbe un grande regalo di Natale, anche se un po’ in ritardo, decisamente più prezioso e indispensabile di quanto non lo sia per una società come l’Italiana Coke ed un Ente come la Provincia”.
Da qui l’appello: “La nostra associazione auspica che l'italiana Coke ne tenga conto, e che magari se i nostri soldi fossero donati a lui. Così come speriamo lo faccia la Provincia.
Soprattutto per cosa potrebbero significare quei soldi per quei bambini e il lavoro meritevole del missionario, ma anche perché, usando i nostri soldi per uno scopo umanitario e caritatevole come questo, anche la decisione del TAR, e la condanna acquisterebbe almeno un po’ di senso morale”.
Padre Albano Passerotto opera da più di 40 anni in Madagascar, precisamente nella zona di Fort Dauphin, dove i padri vincenziani gestiscono una Missione ed una scuola alle prese con sempre più bambini in cerca di un pasto.
Spiegava, recentemente, lo stesso missionario: “Da 520 bambini siamo passati a 600, per cui abbiamo dovuto prendere altre maestre, ed aumentare il riso nelle pentole. Poi è venuta a parlarmi una suora, dicendomi che c'erano una cinquantina di bambini che passavano le loro giornate a rovistare in una discarica poco distante e così la “famiglia” si è accresciuta anche di quei nuovi 45 bambini che vengono a scuola, e consumano un pasto o due. Vado avanti grazie all'aiuto dei benefattori. So della crisi che c'è anche in Italia, ma rinnovo il mio appello, e spero che ci sia qualcuno che possa fare ancora qualcosa per questi bambini, ed assicurare lo stipendio di maestri e personale”.
Un appello al quale l’associazione “Progetto Vita e Ambiente” auspica che Italiana Coke e Provincia non rimangano insensibili, magari semplicemente destinando alla missione, appunto, i soldi versati dalle Associazioni per il risarcimento delle spese legali a cui sono state condannate.
(Oppure rinunciandovi decorosamente restituendoli alle associazioni di cittadini, in un gesto di eleganza civile dopo decenni di inquinamento, aggiungiamo noi come redazione, ndr)