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| 21 dicembre 2012, 10:14

Qualche interessante intercettazione dall'operazione antimafia "la svolta"

Il silenzio è mafia, ma questi al telefono parlano un sacco e fanno nomi, ma soprattutto cognomi. A proposito: chi sarà l'avvocato savonese talpa della ndrangheta?

Qualche interessante intercettazione dall'operazione antimafia "la svolta"

Nel Giugno 2010 la Direzione Nazionale Antimafia scriveva:

RELAZIONE DELLA DNA.
Ai fini della valutazione si vuole anche riportare, quanto indicato nella relazione annuale (Novembre 2005) della Direzione Nazionale Antimafia relativa al distretto di Genova. A pag. 306 è infatti scritto:

“L’attuale articolazione regionale di quegli enti delinquenziali, se pure tradizionalmente organizzata attorno alla funzione dei “locali” (esistenti in Ventimiglia, Lavagna, Sanremo, Rapallo, Imperia, Savona, Sarzana, Taggia e nella stessa Genova), vede emergere il ruolo equilibratore di vere e proprie funzioni di “controllo” o “compensazione”, attive soprattutto in funzione di regolazione delle tensioni interne e di coordinamento delle attività delle articolazioni di ‘ndrangheta in Liguria e nel basso Piemonte, e di fatto assegnate al locale di Ventimiglia, ove dunque si concentra la complessiva regia delle manovre di penetrazione nei mercati illegali e legali dell’intera regione.

In tale contesto risulta comunque confermata la tradizionale centralità delle ‘ndrine del versante ionico-reggino.

Nella riviera di Levante, poi, è segnalata la presenza anche di gruppi di origine catanzarese-crotonese legati ai “reggini” del capoluogo ligure secondo criteri di subordinazione funzionale, in ciò riflettendosi la natura delle relazioni che, nella regione di origine, lega i “locali” delle province centro-settentrionali della Calabria a quelli di Reggio Calabria.

Le specifiche proiezioni delinquenziali dei singoli gruppi, peraltro, appaiono complessivamente orientate, oltre che al fine della predisposizione di ambienti idonei all’accoglienza e alla protezione di latitanti, verso finalità di riciclaggio e di re investimento speculativo (oltre che di supporto logistico per la protezione di latitanti e la ricerca di collegamenti criminali), risultando prevalente, al fine della definizione delle strategie operative dei medesimi aggregati, la realistica considerazione che, diversamente da quanto accade nelle aree di origine, nel tessuto sociale della regione ligure sono ancora complessivamente respinte le logiche di intimidazione ed omertà sulle quali ordinariamente si fondano i poteri di condizionamento illecito tipici di quel genere di sodalizi delinquenziali.

Non di meno, al rilevato processo di ristrutturazione criminale dei gruppi calabresi prima sinteticamente delineato corrisponde una coerente espansione della dimensione affaristica dei medesimi gruppi, risultando da molteplici fonti investigative l’interesse di soggetti legati alla ‘ndrangheta in attività economiche legali controllate attraverso una fitta rete di partecipazioni societarie (nel campo dell’edilizia, soprattutto, ma anche dello smaltimento dei rifiuti e del commercio) e una spregiudicata pressione usuraria su operatori economici locali funzionale ad obiettivi di sostituzione nell’esercizio delle imprese in crisi finanziaria.

La crescente ampiezza della sfera di interessi economici ruotante attorno alle varie anime della ‘ndrangheta presenti nella regione ligure ben contribuisce a spiegare l’attivo interesse di tali articolazioni, registrato in recenti contesti investigativi, ad individuare in ambito locale specifici referenti amministrativi e politici, oltre che a rinsaldare saldare le molteplici relazioni delle proprie rappresentanze economiche fiduciarie con gli ambienti imprenditoriali della regione. Il fenomeno appare connotato da speciali note di concretezza con precipuo riguardo alla situazione nelle province di Savona (ove operano soprattutto le famiglie Fameli, Fazzari, Gullace e Fotia) e Imperia (ove sono attivi i gruppi Ventre, Sergi, Pellegrino e Iamundo), ma è riconoscibile con nitidezza anche nel Levante (ove sono attive le famiglie De Masi, Romeo e Rosmini) e nel genovese (ove operano le famiglie Nucera, Rampino, Fogliani, Asciutto), in ogni caso confermandosi l’importanza di un penetrante e continuo monitoraggio delle realtà connotate da più rilevante e tradizionale presenza di figure di speciale potenziale criminoso al fine dell’emersione dei reali tratti dei processi di aggregazione e radicamento territoriale dei gruppi di origine calabrese.

Naturalmente, la criminalità calabrese (e, specificamente, delle sue articolazioni nel ponente ligure) conserva una posizione di obiettivo rilievo anche nel settore dell’importazione (soprattutto dal Sud America) di stupefacenti destinati ad alimentare le reti distributive dell’Italia settentrionale.

***

Di seguito alcuni stralci dellle intercettazioni dell'operazione "la Svolta"...

 

Il funerale del 14/12/10 di carlino domenico

Il 14/12/10 si è celebrato a Ventimiglia il funerale di CARLINO Domenico.

Nella conversazione avvenuta il 27/1/11 con SOTTILE Ignazio MARCIANO’ ha riferito che in tale occasione è stato avvisato da “Ninetto”, di prestare attenzione al suo ristorante, dato che era monitorato dalle forze dell’ordine. MARCIANO’ ha ricollegato tali informazioni ad una serie di documenti riservati che gli aveva portato in visione PALAMARA ed ottenuti da un avvocato di Savona.

“Ninetto” è sicuramente riconducibile a GULLACE Carmelo, ritenuto un affiliato della ‘ndrangheta della zona di Savona, questo anche per il successivo riferimento ai FOTIA, altra famiglia calabrese di Savona ritenuta in odore di ‘ndrangheta.

Chiamante e/o interlocutori

Chiamato o sito intercettato

sunto conversazione

 

MARCIANO’ Giuseppe

 

SOTTILE Ignazio

 

D’AGOSTINO Arcangelo

 

ELIA
Angela

Abitazione Vallecrosia


[….] MARCIANO’: era sempre la con un cornetto.... ora và e mi tira fuori, vogliamo (..inc...) a me Antonio mi ha portato... quello PALAMARA... non so chi cazzo glileli abbia dati!!! E non me lo ha detto, mi ha detto che a Savona c'erano, che io, in un locale qua, che ero con Licio Gelli, questi fanno che ti rovinano proprio capisci com'è! Che io, in questo locale a Vallecrosia, si chiamava Marechiaro, che (..inc..) che con Licio Gelli siamo andati a Montecarlo... ora la settimana passata me li ha portati lui! Un pacco così! Così! Mi ha detto leggeteli e strappateli subito mi a detto, che non devono sapere da dove arrivano, perchè me li ha dati un avvocato di Savona. Ora di Savona, cosa ho pensato...che io a Savona avvocati non ne ho! O è capitato con Ninetto (ndr GULLACE Carmelo) o con FOTIA o con qualcun altro di là che gli può aver detto dicci a Peppino... Quello era al funerale di Mimmetto (ndr Domenico CARLINO) mi ha visto che ero lì, Ninetto (ndr GULLACE Carmelo) mi ha detto cosa sta succedendo a Vallecrosia, a Ventimiglia, alla Marina di San Giuseppe? Gli ho detto, e che cosa sta succedendo? Vedete che siete pieno tutto, fino a fuori, dentro dappertutto così! Gli ho detto ma (..inc..) ve lo sto dicendo... i fatti!

Uomo: ma vaaa

MARCIANO’: dopo 15 giorni viene Antonio (ndr PALAMARA) e mi porta sto fascio di..

Uomo: ah ecco!

MARCIANO’: di documenti ma hai capito cose..ma però li dovete strappare subito (..inc..) ora come dopo 30 anni, quando parliamo di qua parliamo dell'80 del 78 dopo tanto, come mai che ora vengono con sto fascio di cose? E (..inc..) Granero, il giudice Granero (ndr Procuratore Capo a Savona dr. Franco Antonio GRANERO) che allora era Granero in quella cosa, ora è Procuratore Generale a Savona quello, gliel'ha passato a Scolastico e firmò questi fogli il giudice Scolastico, capisci? (..inc..) a me ha messo a me, ad Ernesto, il povero Ernesto (ndr Morabito) che il (..inc..) non sapeva niente che non voleva (..inc..), mio fratello Ciccio (..inc..,) i Fotia, Filipponi, i fratelli Fillipponi... [….]

Di particolare rilevanza a questo proposito, è stata la visita del 13/12/10 di PRIOLO Giuseppe e di suo nipote PRIOLO Vincenzo al ristorante “LE VOLTE“ di Ventimiglia, giunti in zona per partecipare ai funerali di CARLINO Domenico.

In occasione del decesso di CARLINO Domenico, sono stati eseguiti due distinti servizi di osservazione a cura del Nucleo Investigativo CC di Imperia.

Il primo, in data 12/12/10, presso la camera mortuaria dell’istituto elioterapico di Costaraniera (IM) ove era presente la salma del defunto. Nel corso del servizio, è stata notata la visita di vari pregiudicati della zona, ed in particolare fra quelli di interesse nel procedimento: GALLOTTA Giuseppe, LUCA’ Francesco e MARCIANO’ Vincenzo (cl.77).

Il secondo, in data 14/12/10, è stato svolto nel corso del funerale in Ventimiglia, ove è stata notata la presenza di molti pregiudicati del Ponente ligure e altri soggetti di interesse, fra i quali si evidenziano: GALLOTTA Giuseppe, MARCIANO’ Vincenzo (cl.77), ALLAVENA Omar e SIRIANNI Carmine.

 

Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia

La figura del PALAMARA, quale personaggio di spicco del locale di Ventimiglia, era emersa sin dalla nota indagine “COLPO DELLA STREGA” sulla base delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.

Il 14/1/94, il                                           lo aveva infatti indicato tra i suoi padrini al pari di CARLINO Domenico, MARCIANO’ Francesco e MORABITO Ernesto.

Come ho già riferito nel precedente interrogatorio una volta avuto nel 1989 il benestare da MARCIANO' Francesco, detto "Ciccio", di anni 65, residente a Ventimiglia, sono entrato a far parte a tutti gli effetti della "N'DRANGHETA". A quel punto mi hanno messo al corrente di quello che era "l'Organigramma" della associazione. Infatti mi parlarono della "CUPOLA" che era diretta da MARCIANO' Francesco e i cui componenti erano: SCARFONE Giuseppe (consigliere), MORABITO Ernesto, PALAMARA Antonio ed altri che a me non sono stati mai indicati. […] Comunque quelli citati erano gli uomini che, all'interno dell'organizzazione, avevano più voce in capitolo. Nella circostanza del giuramento i miei padrini mi dissero anche che, in qualsiasi occasione io mi fossi presentato ad altri uomini d'onore, per garanzia, avrei dovuto fornire loro cinque nomi di affiliati: la c.d. "Copiata". Quelli a me affidati erano MARCIANO' Francesco, MORABITO Ernesto, PALAMARA Antonio, CARLINO Domenico e STELLITANO Domenico, detto "Compare Mico".

 il 31/01/94 aveva aggiunto quanto segue:

L'organizzazione dell'onorata società era allora (e devo ritenere ancor oggi visto che sconvolgimenti non ve ne sono stati) strutturata in questo modo: vi era una presenza ramificata da Sarzana a Ventimiglia passando per Lavagna, Rapallo, Genova, Savona, Taggia, Sanremo ecc.; tutti poi convergevano nel "locale" (intendendo per tale la famiglia, il gruppo) di Ventimiglia che fungeva, come si diceva in gergo, da "Camera di Controllo" di tutta la Liguria, vale a dire che per tutte le questioni inerenti all'organizzazione (prescrizioni, regole ecc.) il riferimento per ogni singola 'ndrina e per ogni singolo locale era la camera di controllo di Ventimiglia la quale fungeva da filtro per la Calabria. Contemporaneamente Ventimiglia svolge anche funzioni di "Camera di Transito" per tutti i rapporti con la Costa Azzurra. A Nizza aveva sede una "Camera di controllo" che aveva il controllo delle famiglie della Costa Azzurra. Per il resto della Francia e per il Belgio vi era un'altra "Camera di controllo" che aveva sede a Strasburgo. I principali esponenti della Camera di controllo erano rappresentanti dei singoli "locali"; io non vi ho mai partecipato. L'esponente principale - che rappresentava poi tutte le famiglie della Liguria - era una persona ancora vivente ma che dovrebbe essere molto anziana e cioè ERNESTO MORABITO. In senso lato era il "capo". I rappresentati alle riunioni potevano cambiare ma localmente vi erano capi riconosciuti delle varie famiglie: - a Sarzana i principali esponenti erano i ROMEO e i SIVIGLIA; - a Ventimiglia ERNESTO MORABITO, CICCIO MARCIANO', ANTONIO PALAMARA; anche un certo SCARFO' di cui non ricordo il nome era un personaggio di spicco della zona; - a Lavagna, come già detto, i NUCERA; - a Genova ANTONIO RAMPINO e PIETRO NASTASI, originario di Santa Cristina, che aveva un forno in via Bobbio; Ho sentito parlare anche dell'arrivo di MICHELE CONDOLUCI che peraltro non ritengo elemento di spicco dell'organizzazione; si situa certamente ad un livello inferiore a quello di ANTONIO PALAMARA che attualmente dovrebbe essere detenuto in Francia.

 

LE CONSIDERAZIONI DA PARTE  DI ALTRI SOGGETTI

1)     NELL’AMBIENTE CRIMINALE

Sono innumerevoli le conversazioni intercettate, nelle quali emerge con chiarezza di come nell’ambito criminale MARCIANO’ Giuseppe venga considerato in una posizione di preminenza. 

c)     da parte di                                    (condannato in secondo grado per il possesso illegale della pistola di cui si parlerà nel presente procedimento).

Anche MACRI’ Alessandro - che come illustrato in precedenza si era rivolto a MARCIANO’ per essere “battezzato” - nelle conversazioni  di seguito indicate evidenzia la posizione di leader di “Peppino” MARCIANO’.

Chiamante e/o interlocutori

Chiamato o sito intercettato

sunto conversazione

 

MACRI’ Michele

 

MACRI’ Alessandro

Mercedes tg.

 

[….] MACRI’ Alessandro in auto con il padre e la madre parlano di Vincenzo MARCIANO’. MACRI’ Alessandro dice che per i problemi legati al consumo di stupefacenti cui è dedito Vincenzino (MARCIANO’ ndr) il padre avrebbe deciso di farlo ricoverare in clinica a Gioia Tauro per disintossicarsi accettando di pagare sino a 5 mila euro al mese.

Poi a Genova comanda il capo ‘ndrangheta Domenico GANGEMI

MACRI’ Alessandro dice del battesimo di ‘ndrangheta a cui presto sarà avviato [….]

MACRI’ Alessandro

 

MACRI’ Michele

Mercedes tg.

 

[….] MACRI’ A.: normale..la via dei morti perchè..inc..Michele prima bisognerà fare i morti gli attentati e poi uno si guadagna il rispetto

MACRI’ M.: da chi devi guadagnarti il rispetto..?

MACRI’ A.: da tutti

MACRI’ M.: ma da tutti da chi..?

MACRI’ A: da Peppino MARCIANO' da CIRICOSTA da tutti! [….]

Sn

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