Attualità - 01 dicembre 2012, 18:09

A.I.A. = Autorizzazione Inquinamento Ambientale?

Due anni concessi all'Ilva di Taranto per adeguare i propri impianti alle migliori tecnologie disponibili (B.A.T.) per il loro funzionamento, affinchè le emissioni inquinanti siano ricondotte ai limiti di norma di legge. Molto più tempo, da 6 ad 8 anni (o forse di più) concessi alla Tirreno Power di Vado L. per lo stesso fine, ma qui con l'aggravante, non solo del maggior tempo concesso alla società, ma anche del permesso di installare un nuovo gruppo a carbone in aggiunta ai 2 vecchi e obsoleti da decenni da sottoporre agli adeguamenti alle B.A.T.

 In entrambi i casi, le istituzioni (Governo per l'Ilva, Governo, Regione, Provincia e Comuni per la Tirreno Power) permettono, rispettivamente ancora per 2 anni e per 6-8, l'ulteriore emissione degli stessi quantitativi di sostanze tossiche, per aria, acqua e suolo,che fino ad oggi le 2 industrie hanno provocato, rispettivamente con la produzione di acciaio e con quella di energia.

Vi sono altre differenze tra le vicenda tarantina e quella vadese, o meglio, savonese (riguarda tutta la provincia): 1) la produzione di energia elettrica tramite carbone è da tempo obsoleta, sia per il grave inquinamento ambientale provocato,sia per lo stesso rendimento energetico, mentre quella di acciaio è sempre essenziale;

2) il decreto della magistratura locale ha portato a Taranto al forte rischio di perdita di posti di lavoro per migliaia e migliaia di lavoratori, considerando anche l'indotto e tutti quelli operanti nelle industrie collegate (vedi Genova e Racconigi), mentre qui a Savona, dove l'inchiesta della procura è ancora in corso, i posti di lavoro a rischio sono poche centinaia (250 senza l'indotto), contro oltre il doppio di quelli che erano quando la centrale di Vado L. passò a proprietà privata, ovvero da Enel a Tirreno Power (e su questo dimezzamento i sindacati locali hanno sempre taciuto).

In entrambi i casi, comunque, dopo un breve e necessario periodo di ammortizzatori sociali (cassa integrazione), i lavoratori potrebbero essere impiegati in altre occupazioni, ancor più valide e qualificate per il territorio locale: ad esempiogli operai dell'Ilva si potrebbero dedicare ai lunghi lavori di bonifica e risanamento ambientale del sito industriale dismesso,in attesa poi di trovare altre occupazioni, dentro o fuori quel settore produttivo, mentre quelli vadesi, anche qui dopo opera di bonifica, potrebbero rimanere sempre nel settore produttivo energetico, in particolare in quello delle energie rinnovabili, sia eolico che fotovoltaico.

In quest'ultimo la stessa Tirreno Power si è già impegnata, nell'A.I.A. appena concessale, per la produzione iniziale di 200 MW, mentre nel sito di Ferrania si potrebbe ampliare la produzione fotovoltaica della Ferrania Solis. Ma ritornando al discorso iniziale, quello dell'A.I.A., è davvero triste e preoccupante che le Isituzioni, andando anche contro provvedimenti della magistratura, emettano decreti salva-Ilva, salva Tirreno Power, ovvero salva-inquinamento, in nome di un "salva-posti di lavoro" che non sono altro che provvedimenti contro l'ambiente e soprattutto contro la salute della popolazione, e quindi anche contro una limitazione delle spese per la sanità, limitazione che questo governo, ancora più dei precedenti, e con l'accondiscendenza di quasi tutte le istituzioni, vuole ottenere solo con tagli indiscriminati che non fanno altro che amputare l'efficienza stessa del sistema sanitario nazionale.

Un sistema che in Europa, ancora sino a pochi anni fa, era secondo solo a quello francese, un sistema che andando avanti di questo passo, non potrà che arrivare alla completa privatizzazione del settore (come allo stesso Monti è"scappato"di dire qualche giorno fa), in tal modo instaurando un processo che va nella direzione opposta di quello che sta cercando, pur faticosamente, di fare Obama negli U.S.A.

Un 'ultima nota:l'attuale presidente dell'Ilva, Ferrante, ha partecipato personalmente al lutto per la morte del gruista investito dal tornado di pochi giorni fa sull'Ilva; avrebbe dovuto partecipare, e dovrebbe in futuro partecipare, e per diversi anni ancora, al lutto per la morte di migliaia di cittadini a causa dei tumori e delle altre malattie cagionate da decenni di emissioni dell'Ilva!

Marco Caviglione