La manifestazione di oggi 20 novembre alle ore 11 vedrà oltre 600 imprenditori balneari della Liguria davanti alla sede della Regione Emilia Romagna in Via Aldo Moro per difendere gli stabilimenti balneari dall'evidenza pubblica e per una reale tutela delle 30.000 imprese italiane.
La protesta, prima di una serie di presidi regionali decisi dai sindacati di categoria - SIB, FIBA, CNA Balneatori e Assobalneari - cui seguiranno quelli di Roma, Genova, Napoli, Firenze, Bari e Cagliari, cui parteciperanno anche i movimenti e i comitati spontanei di balneari, ha lo scopo di far conoscere la verità sulla direttiva Bolkestein e sul comportamento deficitario del governo italiano, che si appresta a vendere le nostre spiagge alle grandi multinazionali.
Consapevoli del ruolo chiave delle regioni, i sindacati chiederanno alla Regione Emilia-Romagna di appoggiare la loro posizione: non aprire procedure di evidenza pubblica e trovare, come in Spagna, una soluzione condivisa che tuteli realmente l’offerta turistica italiana fondata su imprese piccole ma competitive.
Dopo il presidio, i nostri rappresentanti sindacali incontreranno una delegazione della Regione Emilia-Romagna (guidata dall’assessore al turismo Maurizio Melucci e dal sottosegretario alla presidenza Alfredo Bertelli). Inutile sottolineare che i sindacati e i balneari italiani si aspettano parole chiare da parte della delegazione romagnola contro le evidenze pubbliche e a favore di una proroga trentennale - in discussione proprio domani in Parlamento su emendamenti di Di Pietro, Gasparri, e Latorre - che consenta alle imprese di sopravvivere e tornare a investire e a pensare all’offerta di spiaggia.
Appare a questo punto sempre più necessario attuare la linea adottata in Spagna che - grazie all’intervento del Governo Rajoy - ha fatto capire in sede europea come sia imprescindibile la difesa degli interessi nazionali legati al turismo. L’esempio spagnolo ha dimostrato che le nostre ragioni erano e sono sensate e che chi diceva il contrario (“impossibile uscire dalle aste”) sbagliava. Domani andremo con un auspicio: vorremmo che tutte le regioni balneari, Emilia Romagna compresa, uniscano la loro voce e gridino insieme ai balneari, ai sindacati e ai movimenti e comitati spontanei “NO ALLE ASTE”