“Un impegno che continua-è il motto che ci anima, una proposta programmatica nel segno della continuità”. Questo è scritto nel contratto stipulato dal Sindaco Richeri e dai suoi collaboratori nel 2009.
I cittadini hanno accettato in larga maggioranza questi accordi e, tra persone corrette, i patti devono essere rispettati.
Per questo i Verdi sentono il dovere di ricordare gli impegni già sottoscritti dal Sindaco Richeri nel precedente mandato. Riguardo al problema Piaggio egli scriveva nel suo programma:
“Fatta salva l'imprescindibile tutela degli attuali livelli occupazionali, per i quali l'Amministrazione Comunale prenderà adeguate e ampie garanzie, occorrerà, nell'ipotesi di un trasferimento dell'azienda, elaborare un progetto di riqualificazione e valorizzazione dell'area che miri principalmente a garantire il reperimento di possibilità occupazionali, escludendo assolutamente ogni intervento meramente speculativo che in nessun modo potrebbe garantire lo sviluppo economico della città. In tale area dovranno quindi realizzarsi strutture aventi natura spiccatamente economica, anche se non necessariamente produttive. Dal punto di vista delle infrastrutture dovranno trovare soluzione i problemi storici della città, in particolare per quanto riguarda parcheggi, strutture sportive e turistiche. Per garantire un armonico e razionale sviluppo della città occorrerà procedere, nell'ambito del Piano Urbanistico, ad una complessiva progettazione sia dell'area Piaggio che delle aree dell'ex-Cava Ghigliazza affidandola ad un urbanista di prestigio.”
Quindi si voleva correttamente un urbanista unico per un progetto unico.
Perché sono state fatte altre scelte?
Nel successivo programma scritto dal Sindaco si era ribadita la volontà di rispettare gli impegni presi, garantendo che “la Piaggio potrà trasferire le proprie attività a Villanova mantenendo gli attuali livelli occupazionali”. Ma fino ad oggi non risulta agli atti nessun impegno formale.
Inoltre, tra gli impegni presi si legge ancora: “ Nell'ambito dell' Accordo, oltre alla previsione di volumi per 210 mila mc. (con il 10% riservato a “prima casa”), troverà spazio la realizzazione di nuovi alberghi, negozi di vicinato, un'area artigianale, la nuova caserma della Guardia di Finanza, 500 posti auto a servizio del rione Marina, un parco pubblico di 15 mila mq., la strada lungo il torrente Pora, un asilo per circa 30 bambini, il nuovo ponte veicolare sul torrente Pora, una nuova passerella pedonale in prossimità di Via del Sagittario ed una di collegamento con il rione Marina, la messa in sicurezza del torrente Pora e significativi spazi ed edifici pubblici (hangar e altri volumi circostanti), l'apertura di un Centro di Ricerca in collaborazione con la Regione”.
Dopo tutti questi solenni impegni, passati e presenti, cosa si trova oggi nell'ultimo progetto di trasformazione?
L'assemblea pubblica del 12 novembre 2012 (alla quale hanno partecipato numerosi cittadini, tecnici qualificati, forze politiche, i rappresentanti del folto comitato trasversale “Salvaguardia del Finalese”), attraverso tutti gli interventi, ha di fatto bocciato una proposta urbanistica superficiale e completamente estranea al contesto locale.
A questo punto cosa si può fare?
Se la Giunta Richeri avesse convocato prima i cittadini finalesi, non si sarebbe perso tutto questo tempo prezioso.
Le responsabilità sono chiare: NON SONO STATI RISPETTATI GLI IMPEGNI RIGUARDANTI LA PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA DEI CITTADINI.
Il Sindaco aveva dato indicazioni precise: “Dovrà essere abbandonato l'attuale sistema verticale che vede molto spesso i cittadini nella poco confacente veste di sudditi. Le decisioni dovranno essere condivise e non imposte. La presentazione dei progetti ed idee dovrà riguardare in ogni caso “documenti aperti” da approvarsi, nelle sedi competenti, solo dopo un trasparente confronto. A tal fine sarà predisposto un tavolo di confronto permanente con le Consulte, le categorie economiche, le parti sociali, l'associazionismo e più in generale il mondo del volontariato. Sarà verificata la possibilità di trasmettere i lavori del Consiglio Comunale attraverso una rete televisiva locale”.
I Verdi ritengono che queste promesse siano state disattese e debbano essere ora rispettate.
Bisogna recuperare velocemente il tempo perduto dando l' incarico ad un urbanista che sia profondo conoscitore della realtà finalese. Un tecnico che dovrà indicare linee programmatiche coerenti da sottoporre ai cittadini con un CONFRONTO APERTO, per scelte equilibrate, nell'interesse della comunità finalese e delle maestranze Piaggio.