L'Istat conferma che il tasso di inflazione frena ad ottobre, calando al 2,6% annuale dal 3,2% di settembre.
Per il Codacons il rallentamento è dovuto esclusivamente alla fine dell'effetto Iva e conferma che l'aumento dell'aliquota dal 20 al 21% di metà settembre 2011 ha determinato per un anno un effetto sui prezzi dello 0,6%. L'inflazione, infatti, un anno fa è salita dal 2,8% di agosto al 3,4% di ottobre, mese in cui l'Istat ha potuto tecnicamente registrare gli aumenti, e da allora non è più scesa sotto il 3,1%.
Ora, passato un anno esatto da allora, è evidente che su base tendenziale finisce, finalmente, l'effetto Iva ed i prezzi ridiscendono dello 0,6%. Non a caso su base mensile i prezzi non sono scesi.
L'aumento dell'Iva ha determinato una stangata pari a 290 euro all'anno per una famiglia di 3 persone e 385 euro per una famiglia di 4, una batosta che si ripeterebbe se fosse confermato il rialzo dell'Iva dal 21 al 22%.
Ecco perché il Governo dovrebbe scongiurare questo aumento, specie considerato che si ostina a voler bloccare la rivalutazione delle pensioni e degli stipendi pubblici. Far crollare i consumi nella parte finale del 2013 avrebbe solo l'effetto di vanificare l'ipotesi di tornare a crescere nel secondo trimestre 2013, peggiorando anche il rapporto debito/pil.