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Attualità | 13 novembre 2012, 08:30

Don Farinella: “sul carbone ti impongono di scegliere, o muori di lavoro o muori di fame. L’obiettivo è il guadagno per pochi”.

Dichiarazioni contro il carbone di Don Paolo Farinella, ospite della Ubik: “si mette in contrapposizione il lavoro e la vita. Che cosa vogliamo fare noi per i nostri figli, per l’ambiente? Perché se noi uccidiamo la terra è come se noi ci uccidessimo da soli”

Don Farinella: “sul carbone ti impongono di scegliere, o muori di lavoro o muori di fame. L’obiettivo è il guadagno per pochi”.




Vedi il video: youtu.be/aLdGsc10YCM

Per Taranto e Vado Ligure vale la stessa analisi, “perché si mette in contrapposizione il lavoro e la vita. Tu devi scegliere, o muori di lavoro o muori di fame. All’Ilva continuano tra l’altro a dividersi i dividendi, perché l’obiettivo è il guadagno, ma il guadagno per pochi.

La differenza tra il politico e il politicante? Il politicante pensa che “cosa posso arraffare oggi”; il politico si chiede “tra cento anni quali saranno le conseguenze delle azioni che io faccio oggi?”.

Questo è il politico, perché politica è prevedere le cose, e se a Taranto e a Vado le cose stanno in questo modo è evidente che loro stanno cercando di dire “io fra cinquant’anni non ci sarò più, a me non interessa”.  Sono queste persone che bisognerebbe ‘fucilare sul posto’ e farli lavorare nel carbone senza maschera, perché tutta la scienza di oggi a nostra disposizione attesta che il carbone è inutile, è nocivo, non serve a niente, perché se voi prendete tutte le centrali attuali lavorano per un terzo di quello che potrebbero lavorare. Se una ventina d’anni fa avessero messo in movimento una energia alternativa probabilmente oggi noi ci troveremmo con un 50% di problemi energetici risolti.

Che cosa vogliamo fare noi per i nostri figli, per l’ambiente?  Perché se noi uccidiamo la terra è come se noi ci uccidessimo da soli. Allora se prendiamo consapevolezza e coscienza che la centrale del carbone è nociva per la salute, solo questo dovrebbe essere sufficiente per farci dire “fermiamoci e vediamo quali alternative ci sono”.

Per me l’alternativa è di piantarci una foresta, di ripetere qui quello che è stato fatto in Francia da un uomo solo, quello che è stato fatto da Giono è un patrimonio nazionale (descritto nel famoso libro “L’uomo che piantava gli alberi”). E dove arriva l’albero arriva la vita, arriva lo scambio, la relazione, l’ambiente, il lavoro…

Devi fare queste cose perché ci credi, perché non ne hai interesse economico. Oggi non c’è nessuna prospettiva, nessun disegno. Il problema è che non interessa a nessuno perché non abbiamo una visione, non abbiamo una passione, perché ci siamo rassegnati.

E la rassegnazione è il primo peccato.

(don Paolo Farinella, prete)
 

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