Attualità - 13 novembre 2012, 12:53

Italia al record europeo nel carico fiscale sulle imprese per il peso di addizionali e costi indeducibili

Analisi di Synergia Consulting Group presentata a Roma al convegno annuale

L’Italia primeggia in Europa per la pressione fiscale sulle imprese, non solo per le aliquote elevate, ma anche per il complicato gioco di addizionali e spese non deducibili, in tutto o in parte. Il risultato è che, a parità di ricavi e costi, in Italia l’utile netto è inferiore del 60% rispetto ad una analoga azienda spagnola, del 39% inglese e del 23% francese. Solo le aziende tedesche subiscono un prelievo superiore di circa il 6% rispetto a quelle della Penisola.

È quanto emerge da una ricerca di Synergia Consulting Group, alleanza professionale di 14 studi di commercialisti con oltre 200 professionisti ubicati in varie regioni italiane, che sarà presentata in occasione del convegno annuale che si svolgerà venerdì 16 novembre prossimo a Roma sul tema “Rapporto Fisco e imprese: una relazione da migliorare”.

La Penisola, ricorda il survey, è al 5° posto fra i 27 Paesi dell’Unione Europea per incidenza delle entrate fiscali sul prodotto interno lordo, con il 45,2%, contro una media del 40,6%. Ci precedono (di poco) Danimarca, Francia, Svezia e Belgio. Dal 2000 ad oggi, inoltre, la pressione fiscale è scesa un po’ ovunque. L’Italia, invece, ha avuto il record nell’aumento con un + 3,4% sul prodotto interno lordo.

La ricerca di Synergia Consulting Group mostra come l’Italia, secondo la Banca Mondiale, raggiunga il primato europeo con il 68,5%, nel “total tax rate”. Questo indice tiene conto del carico fiscale effettivo sulle imprese, considerando non solo le aliquote ufficiali ma tutti i fattori. Sul podio continentale ci seguono la Francia (65,7%) e l’Estonia (58,6%).

Il prelievo record è il frutto di un complicato intreccio di elementi: l’Italia brilla per la giungla di costi non deducibili, in tutto o in parte, dal reddito di impresa e di addizionali che aggravano il carico fiscale.

“La base imponibile - osserva Pietro Mastrapasqua, amministratore delegato di Synergia Consulting Group - viene estesa in modo consistente. Alla fine le imposte non si pagano sul reddito vero e proprio, ma anche su alcuni costi, come la telefonia, le auto aziendali, le spese di rappresentanza e gli interessi passivi.  Sistemi analoghi esistono anche all’estero, ma hanno un impatto molto più modesto”.

Il nostro Paese spicca per la tassazione sugli utili distribuiti dalle imprese, dopo aver già pagato le imposte societarie. L’incidenza totale dei tributi arriva in Italia al 68%, rispetto al 48% della Germania, al 37% della Gran Bretagna e al 26% della Spagna. La Francia in questo caso ci supera con il 70%.

L’Italia svetta anche per la tassazione sul lavoro, che finisce per riflettersi sui costi aziendali, rileva l’analisi di Synergia Consulting Group. Nel 1995 si collocava al decimo posto continentale, con un “tax rate” (aliquota complessiva) del 37,8%, già allora superiore alla media europea (35,3%).

Poi il balzo negli anni ’90. E a fine 2010 il livello era salito al 42,6%, con un incremento del 4,8%, che ha portato la Penisola al record assoluto. In quasi tutti i Paesi c’è stata invece una riduzione del carico fiscale e contributivo sul lavoro, e la media continentale è scesa al 33,4%.

Qualche esempio concreto? Una coppia con due figli, in cui entrambi i coniugi lavorano e hanno uno stipendio medio, paga in Italia il 10% in più di imposte sul reddito rispetto alla media dei Paesi sviluppati Ocse. Un divario analogo del 10% penalizza i “single”, con o senza figli.

“L’Unione Europea è considerata l’area del mondo con il più elevato carico fiscale e l’Italia purtroppo è ai primi posti - aggiunge Mastrapasqua -. Per attirare nuovi investimenti e favorire lo sviluppo delle economie, bisogna ragionare su un carico impositivo più equilibrato. I mercati ormai sono globali e per stimolare la crescita anche il fattore tributario è diventato un elemento di competitività rilevante del sistema Paese.

Divario nella pressione fiscale effettiva sulle società nei principali Paesi europei

Paese

Divario

Germania

+ 6%

Italia

-

Francia

-23%

Gran Bretagna

-39%

Spagna

-60%

NB: l’Italia è presa come base
Fonte: analisi Synergia Consulting Group

Total tax rate effettivo sulle imprese

Paese

Incidenza %

Italia

68,5%

Francia

65,7%

Estonia

58,6%

Fonte: analisi Synergia Consulting Group

Synergia Consulting Group