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Politica | 09 novembre 2012, 11:59

I Socialisti Liguri, no al populismo e al taglio della rappresentatività dei cittadini

Ridurre subito del 50% le indennita’ dei consiglieri regionali

I Socialisti Liguri, no al populismo e al taglio della rappresentatività dei cittadini

Il dibattito sul riordino delle Province, sulla doverosa riduzione delle spese nei consigli regionali e più in generale della politica, troppo spesso fa emergere populismo dell’ultima ora, affermazioni strumentali, demagogiche o localistiche, ponendo in secondo piano la necessaria riforma dell’ordinamento locale nel suo complesso.

Invece che favorire la nascita di una nuova cultura autonomista, anche sotto la spinta della crisi economica più grave che il paese ricordi, si fa strada l'idea che le enti locali siano un danno e il centralismo la soluzione - dichiara Maurizio Viaggi, segretario del Psi  Ligure al termine dell’incontro con gli amministratori socialisti voluto per promuovere la partecipazione alle prossime primarie del centrosinistra.

E’ giunto il momento  di ripensare il modello di Regione e di governo locale del territorio. Il tagliare enti per risparmiare, dimenticando che il sistema delle autonomie è fatto di municipalità e di comprensori con caratteristiche e vocazioni spesso differenti tra loro, non equivale a favorire un processo che garantisca lo sviluppo dei territori, maggiore democrazia e la partecipazione dei cittadini.

In merito alla recente proposta di legge della Regione Liguria che prevede la riduzione a 30 dei consiglieri e a 6 gli assessori, naturalmente per la prossima legislatura,  riteniamo che il  consiglio regionale invece di affrontare realmente il problema dei costi della politica e di valorizzare le autonomie locali, abbia scelto di cavalcare l'onda del populismo.

La riduzione del numero dei consiglieri regionali significa limitare la territorialità, la rappresentatività e il valore del voto di ogni cittadino. Anche la drastica riduzione degli assessori, concordando con il pensiero del Presidente Burlando,  temiamo possa mettere a rischio la funzionalità dell’ente facendo proliferare altri costi.

I costi della politica non si abbattono riducendo i livelli di democrazia e partecipazione, ma intervenendo sugli sprechi, privilegi ed eccessi ingiustificati.

Noi socialisti proponiamo di tenere invariato il loro numero ma di deliberare da subito la riduzione del 50% delle indennità dei consiglieri e operare un drastico abbattimento dei fondi ai gruppi.

Così avremmo un vero e immediato risparmio che coinvolgerebbe questo Consiglio Regionale alle proprie responsabilità nei confronti di una crisi morale e finanziaria che colpisce oggi il paese e non genericamente il “prossimo”. Inoltre non capiamo la scelta di portare a 6 il numero degli assessori solo tra alcuni anni. Lo statuto prevede un massimo di 12, se il Consiglio Regionale non li ritiene utili, perché ridurli solo tra 4 anni, anche in questo  caso sarebbe più semplice tagliarne lo stipendio da subito. Per questo invitiamo il presidente della Giunta Regionale Claudio Burlando e il Presidente del Consiglio, ai quali riconosciamo di aver sempre dimostrato una particolare attenzione e sensibilità su questi temi, ad agire subito in tal senso ed a non prestarsi al facile populismo del giorno dopo o “lo facciamo dai prossimi”.

Siamo certi che il Consiglio e la Giunta Regionale saprebbero come utilizzare i risparmi che così si possono realizzare da subito, in emergenze reali come il sostegno alle famiglie con diversamente abili, anziani, a favore della scuola, nell’emergenza casa, lavoro o a tutela dell’ambiente e per la ripresa dei territori colpiti dall’alluvione.

E' dentro questo processo che deve nascere una nuova cultura che si basi su principi di autonomia, razionalità, efficacia e partecipazione.

La sfida per il bene comune che, come coalizione di quel nuovo centrosinistra che si candida a governare il Paese composto da Pd, Sel e Psi,  consiste nell’individuazione di un efficiente equilibrio di poteri locali per ridefinire la credibilità della politica e con essa un rafforzamento della democrazia.

com.

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