Se andate a Genova e chiedete della casa natale di Cristoforo Colombo vi mostrano la casa di un lanaiolo o tessitore che porta lo stesso nome - è un omonimo -, ma più giovane di 16 anni dello scopritore dell’America. Se invece volete conoscere il vero Colombo dovete andare a leggere i suoi scritti autografi, ciò che di lui riportano i documenti reali spagnoli, le testimonianze dei suoi famigliari e delle persone che lo conobbero personalmente. E’ ciò che ha fatto Franco Icardi e che riferisce nel suo libro: “Navigare rende curiosi”.
Qui vengono riportati i documenti reali spagnoli e quelli dell’Archivio Segreto dell’Ordine Cavalleresco di Santiago che parlano della nascita di Cristoforo Colombo a Savona. Il Ligure scrive di essere “andato per mare fin dalla giovanissima età” e di aver navigato per 27 anni consecutivi. Sono i suoi anni di giovane capitano corsaro al soldo del francese Renato d’Angiò quando attacca navi spagnole-aragonesi nel Mediterraneo. Poi nell’Atlantico prende parte il 13 agosto 1476 all’assalto di cinque navi genovesi.
Poi Cristoforo si stabilisce in Portogallo dove si sposa ed ha figli. Naviga sin oltre l’Islanda alla ricerca delle terre scoperte dai Vichinghi sin oltre la Groenlandia. Sempre in compagnia del fratello Bartolomeo giunge in Guinea.
Ora Colombo conosce i venti alisei e le correnti oceaniche. Ha un sogno: quello di attraversare l’Atlantico per giungere nelle Indie.
Non potendo realizzare questo progetto con il re del Portogallo si rivolge altrove. Perde sette anni insistendo presso i grandi di Castiglia. E solo quando i Re Cattolici spagnoli hanno cacciato dalla loro terra gli ultimi mori musulmani di Granada può contare su due caravelle ed una nao. Le caravelle “fanno acqua dalla chiglia per colpa della cattiva calafatura realizzata a Palos”, e la nave da trasporto, la Santa Maria, è una nao di Biscaglia che alcuni amici del porto di Santa Maria gli hanno messo a disposizione. Così Cristoforo parte alla volta del Cina e dell’India, ma trova “l’America“. Scopre un Mondo Nuovo che permette alla vecchia Europa di uscire dal suo isolamento e dai suoi pregiudizi. Apre così le porte ad una nuova era, quella moderna che ha come base l’esperienza diretta delle cose viste e sperimentate. In questa impresa è coadiuvato dal banchiere-mercante fiorentino Amerigo Vespucci che con quattro viaggi - due su navi spagnole e due su navi portoghesi – completa le scoperte in Sud America. Egli con i suoi scritti e le sue carte geografiche fa conoscere questo nuovo continente in tutta Europa a tal punto che un cartografo tedesco dà il nome di America alle nuove terre. E’ l’occasione di essere fieri di questi due nostri concittadini che rendono famosa l’Italia nel mondo. Ricordiamoci che con Colombo e Vespucci il Medioevo è finito definitivamente.