Risorse disumane Milano, oggi. Tre donne vengono licenziate, all’improvviso. Prima della rabbia, arriva la vergogna – se si è stati licenziati forse un motivo ci sarà – poi l’ansia – trovare un nuovo lavoro è difficile, ciascuna, come si dice, tiene famiglia e mutui – poi ancora la difficoltà di adattarsi a ritmi di vita inusuali: tutti sperano sempre di avere più tempo, ma quando il tempo a disposizione è troppo, non è più un sogno ma un inferno. Su tutto aleggia un profondo senso di incomprensione su ciò che è loro capitato.
Trattandosi – ahinoi – di tre lavoratrici intellettuali, non si limitano a voler capire cosa è successo e perché, ma decidono che importante è far capire, a chi questo licenziamento ha messo in atto, che licenziare forse non è la soluzione più brillante per far andar meglio le cose. Insomma, il responsabile va rieducato.
Uno sguardo ironico eppure appassionato su un mondo, il nostro, travolto dalla crisi economica e dalle sue conseguenze. Un romanzo per resistere ai manager nell’era della crisi economica globale (e riderci sopra).
Marina Morpurgo è nata a Milano nel 1958 e da allora ha deluso quasi tutte le aspettative, specie quelle relative a peso e altezza. Manca di senso del tragico, in compenso riesce a far ridere – purtroppo anche quando non è nelle sue intenzioni. Ha due figli e un cane che assomiglia a una pecora. Ha alcune passioni tra le quali andare in montagna e scrivere. Giornalista (L’Unità, Diario), ha pubblicato cinque libri per ragazzi, tra i quali il ciclo dell’iraconda strega Sofonisba (editi da Feltrinelli). Già autrice di una spiritosa e apprezzata raccolta di racconti amorosi "Sono pazza di te (ma fino a un certo punto)", Astoria Edizioni, e del romanzo breve "La scrittrice criminale", altro ottimo esempio di ironia al femminile stavolta applicata al mondo delle nostrane lettere edito sempre da Astoria, ha scritto con Gherardo Colombo "Le regole raccontate ai bambini" Feltrinelli 2010. Del 2012 è il suo ultimo romanzo "Risorse disumane" sempre per Astoria. In generale trova che ridere sia molto meglio che piangere, e si applica per riuscirci.