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Attualità | 30 ottobre 2012, 18:16

Mobilità Ferrania: si decide il 26

Ennesimo rinvio dopo che nel vertice all’Unione industriali si è arrivati ad un millimetro dalla rottura del tavolo. L’azienda ribadisce la propria posizione: non c’è spazio per altri ammortizzatori. Il sindacato. “Atteggiamento stucchevole che nasconde partite parallele”

Mobilità Ferrania: si decide il 26

Nulla di fatto nel vertice di oggi, all’Unione Industriale, presenti Regione, Provincia, Comune di Cairo, sindacati ed azienda. Sul tavolo la richiesta di avvio della mobilità per 198 dipendenti, dopo la conclusione del secondo anno di cassa per cessazione di attività che scade a novembre. Di contro la Regione ha aumentato la controproposta: cassa integrazione in deroga non solo fino a dicembre per poi verificare le condizioni per un suo proseguimento, ma già subito la disponibilità a sobbarcarsi (ma, sia chiaro, ci sarebbero costi anche per l’azienda), la cassa in deroga per 6 mesi, sino alla fine di maggio.

Proposta che, però, non ha smosso di un centimetro la posizione dell’Ad di Ferrania Technologies, Giuseppe Cortesi: “Si tratta di serietà e coerenza. A novembre del 2010 avevamo avviato le procedure per la mobilità. Il sindacato non era intenzionato a firmare l’accordo, c’è stata una lunga trattativa anche con la regia della Regione, e siamo arrivati alla soluzione di due ulteriori anni di cassa integrazione, e quindi 7 anni in totale, penso esempio quasi unico, per “cessazione di attività”. Si sono ottenuti, quindi, 2 ulteriori anni di ammortizzatori sociali proprio perché alla fine del percorso c’era la cessazione di attività. Ovvero Ferrania Technologies continuerà ad esistere, ma esclusivamente per gestire quelle attività come la chimica, e quei servizi che sta già garantendo ora, (non a caso la mobilità riguarda 198 dipendenti su 237). Questo anche a fronte di una situazione che ha visto, dal 2005 al 2011, una perdita di 60 milioni di euro a fronte di un fatturato di 210. Ed ora che i due anni sono trascorsi si vuole ricominciare da capo? Crediamo che sia arrivato davvero il momento di giungere al dunque e auspichiamo che il 26 il sindacato si renda conto delle proprie responsabilità e della situazione e firmi l’accordo”.

Sindacato che, però, commenta attraverso Fulvio Berruti, della Cgil: “L’atteggiamento dell’azienda non solo è censurabile, ma incomprensibile. Evidentemente, in una politica cara all’Ad Cortesi, si vuole forzare per l’ennesima volta la mano per ottenere ancora qualcosa, ma non si capisce cosa. Di fronte alla disponibilità della Regione rimanere arroccati su quella posizione non ha proprio senso, a meno che non sin intenda giocare una qualche partita parallela, magari sull’energia, di cui non siamo informati. Anche perché l’azienda sa bene che senza la nostra firma per un accordo di mobilità la procedura avrà costi per l’azienda ben più rilevanti ed anche economicamente non si capisce lo scopo di tale rifiuto ad oltranza”.

Perplesso anche l’assessore cairese Alberto Poggio: “Indubbiamente lo sforzo e l’impegno della Regione è stato massimo. Non si capisce a cosa miri l’azienda. Si è parlato di una “partita parallela” sulle biomasse, per la quale, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, il Comune è completamente tagliato fuori, anzi, deve rispondere di un’assurda richiesta di risarcimento danni per 26 milioni di euro. Spero prevalga il buonsenso, anche perchè eventuali ulteriori 6 mesi di cassa integrazione potrebbero significare molto alla luce delle operazioni (da Toshiba a Noberasco alla Cartiera Ferrania) che si stanno concretizzando in Val Bormida”.

e.m.

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