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Attualità | 29 ottobre 2012, 09:06

L'Enpa sui lupi in Valbormida

L'Enpa sui lupi in Valbormida

Risarcire i pastori per le pecore uccise dai lupi ma, al più presto, dotarli obbligatoriamente di cani da pastore robusti ed addestrati (come i maremmani), che fronteggino e costringano i predatori ad indirizzare i loro attacchi solo alla fauna selvatica (daini, caprioli, cinghiali); è l’appello della Protezione Animali savonese a Provincia e Regione per tutelare efficacemente la presenza dei lupi in Liguria.

Utilissimo poi estendere la possibilità di risarcire anche i danni arrecati al bestiame dai cani mediante una modifica della legge regionale; infatti in provincia non esistono cani inselvatichiti ma soltanto gruppi di cani di proprietà, lasciati liberi di allontanarsi da cascine e ville di campagna, che costituiscono branchi temporanei che talvolta attaccano ed uccidono proprio pecore e capre al pascolo.

La presenza del lupo, quello vero e non immesso con ripopolamenti artificiali e di dubbia provenienza, è un grande valore della biodiversità, come il soccorso, la cura e la successiva reimmissione in natura della fauna selvatica ferita e in difficoltà. Si fanno manifestazioni, convegni o monitoraggi in nome della difesa della biodiversità, spendendo molti soldi da parte di Regioni e Parchi, che mancano poi per finanziare attività concrete come i soccorsi, portate avanti in Liguria prevalentemente dai volontari dell’ENPA, con l’aiuto significativo ma insufficiente dell’Amministrazione Provinciale (quando arriverà) e del Parco del Beigua. 

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