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Attualità | 26 ottobre 2012, 18:36

Resoconto dell'incontro alla libreria Ubik dell’evento “A Savona la mafia… c’è”

Venerdì 25 ottobre 2012 alle ore 18 presso la libreria Ubik di Savona, si è svolto l’evento dal titolo “A Savona la mafia… c’è”

Resoconto dell'incontro alla libreria Ubik dell’evento “A Savona la mafia… c’è”

All’incontro erano presenti Christian  Abbondanza, Presidente della Casa della Legalità, Giovanni Durante, Presidente Provinciale dell’Arci di Savona, Marco Piombo, Responsabile tutela territorio provinciale WWF Savona e Mario Molinari, Direttore di Savona News.

L’incontro è durato all’incirca 2 ore ed ha avuto molto successo, in quanto le due sale disponibili della libreria erano gremite di gente, che non è rimasta indifferente al problema della mafia nel territorio savonese.

Il primo a prendere la parola durante l’incontro è stato Christian Abbondanza, Presidente della Casa della Legalità, il quale ha sostenuto che:

“Il tema della mafia è sempre stato un problema molto difficile da affrontare, un problema senza dubbio presente anche nel nostro territorio.

La mafia è presente da decenni nel nostro territorio.

La Liguria è la prima regione del Nord d’Italia in cui la 'ndrangheta ha condizionato il voto.

La Liguria è forse arrivata per prima, al Nord, per l'emergere di questo aspetto, dal punto di vista investigativo, ma con un ritardo drammatico dal punto vista giudiziario. Da un lato per paura di affrontare questa realtà e dall'altro per le pesanti influenze del potere massonico.

Le famiglie mafiose sono radicate da molto tempo nella massoneria e nella politica, tutto ciò è iniziato all’inizio degli anni 70, ma nonostante le varie accuse, denunce, testimonianze fatte dai cittadini ed i vari processi subiti da questi soggetti mafiosi, vedevano procedimenti, in Liguria, che finivano sempre per andare in prescrizione, quando non addirittura archiviati.

In Italia, le casse pubbliche sono sempre vuote, perché il 50% delle ricchezze nazionali è in mano all’economia criminale e mafiosa.

Gli “ammortizzatori sociali” dati da un’economia criminale sono soldi che non risultano, perché vengono usati per fare riciclaggio.

Molte società savonesi hanno delle basi all’estero, dove costituiscono dei veri e propri paradisi fiscali e ciò provoca evasione fiscale e la non tracciabilità dei flussi fiscali.

Questi soldi vengono sempre dati da enti pubblici quali, per esempio, comuni e regione, oltre che dalle società pubbliche e partecipate.

Le persone che amministrano la cosa pubblica sono cosa diversa rispetto alle istituzioni.

Io da cittadino voglio poter credere nelle Istituzioni e ci credo, altrimenti sarei un mafioso oppure un terrorista.

Le maglie delle reti dei comuni si stringono quando c’è da affrontare il problema della trasparenza rispetto agli atti, mentre dovrebbero fare esattamente il contrario!

Fa parte di tutta questa vicenda anche la massoneria, che se non avesse niente da nascondere renderebbe pubbliche le liste delle logge massoniche.

Senza trasparenza non se ne uscirà mai!

Inoltre, è necessario che la società civile prema sugli albi e che ci sia rispettato l’obbligo di segnalazione delle operazioni sospette, dai diversi professionisti, e, quando ciò non è rispettato, i professionisti devono essere radiati, così come vanno sospendesi o radiati chi si rende complice, a pagamento, della mafia.

Ogni cittadino dovrebbe essere vigile ed effettuare controlli prima che intervenga la magistratura e che quindi scattino le manette.

Bisogna prevenire e la risposta dev’essere corale, di tutta la comunità!

Devono esserci dei controlli rigorosi anche per quanto riguarda l’assegnazione degli appalti, perché gli appalti dati alla mafia soffocano i cittadini onesti e lavoratori!

La mafia inizia nei piccoli comuni e dilaga in quelli grandi.

Nelle amministrazioni comunali devono esserci persone competenti, non persone che non capiscono, non vogliono capire o che hanno delle ombre. (Citazione di Borsellino)

E’ fondamentale evitare i danni provocati dalla mafia, perché quando la magistratura interviene, ormai è già troppo tardi, perché ormai il danno è già stato fatto!”

Dopo Christian Abbondanza ha preso la parola il direttore di Savona News Mario Molinari, il quale ha dichiarato che:

“ Avendo origini lombarde, sono rimasto molto colpito dalla situazione  in cui si trovano le cose nella nostra regione per colpa della mafia, in quanto la Liguria vanta una tradizione partigiana molto forte, basti, per esempio, pensare a Pertini.

Ogni giorno si scopre una nuova magagna e c’è solo l’imbarazzo della scelta per vedere quale pubblicare per prima.

Inoltre è giusto far sapere che come ogni anno tutte le testate giornalistiche savonesi hanno ricevuto dei contributi, mentre a noi di Savona News questo contributo è stato negato, senza averci fornito nessuna spiegazione.

Le notizie devono circolare per merito di tutti i giornali!”

A seguire, ha preso la parola il Presidente Provinciale dell’Arci Giovanni Durante che ha sostenuto che:

“A Savona e provincia vi è un arretramento della responsabilità collettiva.

Da parte delle istituzioni vi sono segnali di stanchezza e mollezza.

E’ evidente da anni la presenza di diverse forme di criminalità organizzata, che rappresenta un segnale dall’allarme rispetto alle infiltrazioni mafiose nel nostro territorio.

Molte aziende sono state segnalate alla DIA, ma il “mercato” è bloccato dai poteri forti delle logge massoniche.

I cittadini devono tenere gli occhi aperti, perché i segnali delle infiltrazioni mafiose nel nostro territorio sono sempre più evidenti.

L’impresa mafiosa uccide l’economia e la salute, uccide il paesaggio e pensa solo alla speculazione.

L’importante è l’approccio che si dà a questo grave problema, poiché la mafia è anche un fatto di carattere culturale ed informarsi è un dovere civile.

Non si può aspettare l’azione della magistratura, ammesso che ci sia, visto che nei decenni passati non è mai successo nulla ed ora sta succedendo qualcosa.

Savona era una delle zone più progredite d’Italia e d’Europa.

Adesso quella Savona non esiste più perché la sua classe politica è di bassissima cultura e tutto ciò è terreno più che fertile per la mafia.

E’ dovere dei cittadini chiedere trasparenza, vigilare, chiedere alle istituzioni d’essere presenti, invece c’è solo un silenzio assoluto che spaventa.

Nessuno dice nulla e ritrovarsi isolati è pericolosissimo.

Bisogna svegliarsi, la mafia rende brutta la nostra vita, rende tutto uno schifo dal punto di vista urbano ed architettonico”

Infine, la parola è passata a Marco Piombo, Responsabile tutela territorio provinciale WWF Savona  che ha dichiarato che:

“La mafia fa tantissimo male al paesaggio.

Dal 2000 grazie anche alla pesante attività cementificatoria pregressa l’evoluzione è stata in negativo, perché si è riscontrata una cattiva vivibilità del territorio a causa della saturazione del cemento.

In questo campo la criminalità organizzata ha interesse immediato.

La Regione seppur in notevole ritardo rispetto a questo problema ha dovuto porre dei freni, ma nonostante ciò non sta ottenendo i risultati sperati.

Questo è un periodo in cui tutti si buttano sulle fonti rinnovabili industriali, perché arrivano i finanziamenti ed i soggetti se ne fregano dei danni ambientali ed alla salute che provocano, quali cancro, danni d’amianto, ecc…

Il cittadino deve pretendere la trasparenza degli atti e le amministrazioni sono obbligati a pubblicarli.

Ci sono sempre più difficoltà per recuperare le documentazioni e le autorizzazioni spesso anche da parte delle associazioni di tutela ambientale.

E’ necessario un organismo che renda pubblico di chi è la responsabilità di questi continui scempi della salute e dell’ambiente. In particolare Piombo propone una struttura di vigilanza sulle procedure inerenti LE CONFERENZE DI SERVIZI, organismo chiave e decisionale nella realizzazione di qualunque opera sia pubblica che privata sul ns territorio.

Il cittadino deve conoscere le cose e le deve sapere. Gli strumenti da alcuni anni ci sono ( vedi albi pretori comunali  on line, etc..) ma vengono spesso disapplicati o resi poco fruibili, trasparenti o incompleti.

Sono necessari più responsabilità e trasparenza.

Le amministrazioni hanno grandi responsabilità riguardo al sistema fallimentare, bisogna avere una visione più ampia dei vari problemi.

Bisogna svegliarsi o si soccombe!”

Ciò che ha accumunato tutti e quattro gli ospiti intervenuti all’evento è stata la richiesta da parte loro di far sì che ogni cittadino faccia prevenzione ed apra gli occhi rispetto a questo grave problema che affligge il nostro territorio.

Un problema molto grave e serio al quale non si può e non si deve più restare indifferenti!

Le molte persone presenti ieri sera durante l’incontro hanno dato prova di questo, sono state una testimonianza forte che chiede di non voler più restare all’oscuro di ciò che sta succedendo nella nostra regione e di voler sapere come stanno veramente le cose!

Laura Candelo

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