Gentilissima Redazione di Savonanews,vi segnalo una risposta che come consigliere comunale di Finale Ligure ho sentito di dover inviare al giornale il Sole24ore che, il 18 ottobre scorso, ha pubblicato una ricostruzione della vicenda Piaggio assolutamente non veritiera di cui allego l'articolo.
La Piaggio veniva presentata come una ditta che vuole innovare e non può a causa degli ostacoli posti dal comune di Finale. Un capovolgimento totale della realtà se si conta che Piaggio vuole pagare lo spostamento dello stabilimento con i beni della collettività attraverso una colossale speculazione edilizia e che ha già ottenuto il benestare ad un suo progetto. E' Piaggio ad aver riaperto le trattative chiedendo sempre di più al territorio e alzando ancora una volta il prezzo da pagare per il suo rinnovamento.
"Dieci anni fa' Piaggio Aereo, un'azienda italiana nata proprio a Finale Ligure e considerata parte integrante del territorio comunale, chiese di riallocare a 30 km di distanza la fabbrica situata sul fronte mare ,senza peraltro vantaggi dal punto di vista trasporto prodotti finiti o volumetria usata essendo la nuova fabbrica più piccola anche se più tecnologica (cambiamenti che si avrebbero potuto avere con una ristrutturazione).
Lo spostamento veniva finanziato con un quartiere di 1.300 seconde case con palazzi di 7 piani sul mare.
Nel 2007 la consulta ambiente territorio definì il progetto “un eccesso di volumetria che non tiene conto né delle caratteristiche storiche del territorio, né delle attuali valenze culturali, né delle nascenti attrattive del Finalese, né dell’economia legata al fenomeno turistico.”
Il caso fu descritto anche sull'Espresso in un articolo intitolato in maniera inequivocabile “Decolla il Cemento”.
Nonostante tutto ciò il consiglio comunale Di Finale Ligure sotto la pressione della salvaguardia del lavoro di suoi concittadini sacrificò il paese. Nel 2008 la proprietà Piaggio con protagonista la Gefim di Pier Paolo Ponchia ha avuto il benestare ad un progetto di 222.000 m3 e la sdemanializzazione delle aree già sfruttate da mezzo secolo dall'industria aeronautica. Nessun ostacolo fu posto dalla città di Finale Ligure e ancora a tuttora se Piaggio vuole può iniziare a costruire quel progetto da lei stessa presentato.
Ma non vuole.
Aveva sbagliato i conti, non era stata abbastanza lungimirante, nonostante la gestione di un’azienda italiana bandiera del made in Italy nel settore hi-tech, da prevedere quello scoppio della bolla immobiliare ben previsto dagli analisti.
Piaggio è ritornata alla carica con un nuovo obiettivo: costruire ancora più case e pagare meno oneri di urbanizzazione.
Questa storia è un esempio di imprenditoria vorace che considera il territorio una forma di finanziamento per l’impresa senza alcun rispetto per gli interessi della collettività che vi abita.
Al contrario il territorio, il paesaggio sono beni preziosissimi. Sono la materia prima su cui si basa l’unica vera azienda che rimarrà a Finale Ligure quando la Piaggio se ne andrà ossia il turismo.
Personalmente vorrei che il Sole24ore, verificasse meglio le proprie fonti di informazioni e pubblicasse una esaustiva replica all’articolo del 18 Ottobre, firmato Raul De Forcade, in cui è stata completamente travisata questa vicenda industriale".
Vi sarei grata se voleste riprendere la questione perché ritengo molto grave che possa su questa vicenda girare un informazione distorta. Il trasferimento dello stabilimento Piaggio per il numero di lavoratori che coinvolge e per il prezzo che richiede al territorio è estremamente delicata e cruciale per gli anni futuri.
Cordialmente,